Altro che lasciare “l’impronta” sono semplicemente: i soliti ignoti

in Antonio Cacioppo/Politica di

di Antonio Cacioppo

Una banda sui generis ha messo le mani sull’amministrazione della città. Torna in mente la straordinaria definizione fatta da Rino Formica  all’Assemblea Nazionale del P.S.I. : “Corte dei miracoli di nani e ballerine”.  Allora come adesso i nani e le ballerine sono l’effetto collaterale della crisi della democrazia che porta alla  ribalta “impresentabili”, uomini senza rappresentanze se non le loro clientele, che si lanciano in esperienze amministrative e politiche di cui non si raccapezzano dando soluzioni cervellotiche, per cui alla fine la cura risulta peggiore della malattia.

  • Assessori Ombra che si occupano di bilancio comunale con il risultato di contribuire al fallimento dei comuni.
  • Coordinatori Politici che nel bel mezzo di una trattativa, al fine di pilotarne la soluzione voluta, si vedono beneficiati (legittimamente) di somme spettanti .
  • Assessori occultie pur palesi che sgovernano la città mentre gli assessori ufficiali restano senza deleghe per mesi e mesi.
  • Politici che si improvvisano esperti di rifiuti con il risultato di rimanerne seppelliti.
  • Faccendieri che scorazzano per la città per improbabili mediazioni.

Siamo nelle loro mani, nelle mani di nessuno. Non c’è da stare allegri. Bisogna sdramatizzare e per farlo si deve far ricorso ai grandi maestri del cinema italiano, perchè hanno saputo immortalare la tragicità comica dei costumi italiani.

Infatti più che “cambiare passo” sembra di tornare alla fine degli anni 50, ai protagonisti del capolavoro di Mario Monicelli: I SOLITI IGNOTI 

E come nel film, il clima attuale ci impone di affrontare i tragici momenti che viviamo con leggerezza, cercando un sorriso, anche se amaro, per le gesta degli antichi e moderni appartenenti alla banda del buco.

“Peppe er Pantera” Gasman

“Tiberio Braschi” Mastroianni

“Carmelina Nicosia” Cardinale

“Capanelle” Pisacane

e il più grande fra tutti il maestro “Dante Cruciani” Toto’, l’anziano del gruppo che deve insegnare alla banda come aprire “la Camera” cioè la cassaforte.

Ogni riferimento a fatti o persone di oggi è assolutamente voluto. 

I soliti ignoti

Il piano è infallibile: entrate nell’appartamento attiguo alla sede del Monte di Pietà, bucare il muro e rubare la cassaforte.

Il colpo finisce sui giornali perchè le autorità non riescono a spiegare come mai è stata scassinata una finestra, buttato giù un muro per sedere a tavola e mangiare un piatto di pasta e ceci.

Pasta e ceci, di questo si tratta. 

L’inettitudine emersa nel compiere la rapina da un lato riempie di tenertezza per questo gruppo di ladri scalcagnato e sprovveduto, dall’atro come un gruppo di disperati pensa a come dare una soluzione ai loro problemi.

I personaggi sono accompagnati dall’aurea del fallimento e la loro catastrofe tragicomica riflette la frustrazione del mancato adeguamento alle regole e ai valori ( lealtà- onore- legalità).

E’ incredibile come le assonanze tra ieri e oggi siano evidenti: allora la crisi economica come sfondo dei personaggi di Monicelli, oggi una nuova grave crisi economica che fa da sfondo alle gesta dei neoeroi della neobanda del buco.

Ma l’assonanza non si limita solo alla crisi economica, c’è da sfondo anche la crisi dei valori, drammatica e inesorabile.

Infatti i personaggi del grande regista erano dediti, per sopravvivere, al malaffare, quelli di oggi, sempre per sopravvivere, dediti alla prostituzione politica. 

L’unica differenza è che i primi sono vestiti con abiti laceri i secondi con abiti griffati.

Monicelli descrive dei poveracci, emarginati, reietti, oggi questi personaggi si sono trasformati in poveri di valori in giacca e cravatta, emarginati di principi, in reietti della politica in voltagabbana e traditori. 

Oggi come allora è questo il SEGNO DEI TEMPI. 

Altro che lasciare “l’Impronta” sono semplicemente:

” I SOLITI IGNOTI “