95 anni e non sentirli. Non è una frase di circostanza, di quelle che solitamente si dicono per sdrammatizzare l’avanzare della vita. Piuttosto, è l’immagine nitida di un uomo energico, vulcanico, per certi aspetti severo nei suoi insegnamenti educativi, ma dal cuore grande, dai messaggi semplici che toccano il cuore. Un uomo in talare discreto e dalla tenerezza disarmante, come quella di un bambino. Come quella dei tantissimi giovani di Biancavilla a cui padre Placido Brancato ha dedicato la sua vita. E lo spirito giovanile continua a mantenerlo e a manifestarlo, anche nel giorno del suo 95° compleanno, lo scorso mercoledì, 14 gennaio. Di questi, ben 72 anni sono quelli di ordinazione sacerdotale, avvenuta il 18 ottobre 1942. Numeri, questi, che l’hanno portato ad essere il sacerdote decano del clero dell’Arcidiocesi di Catania.
Per festeggiare il compleanno si è radunata attorno a lui la comunità dell’Annunziata, di cui è stato il primo parroco per quasi mezzo secolo, dal 1952 fino al 2000, con il passaggio del testimone con l’attuale parroco, don Giovambattista Zappalà.
Non si è mai fermato, probabilmente neppure per un giorno. Facile incontrarlo, vedere la sua imponente figura in un angolo della parrocchia, assorto in preghiera, o nella chiesa di San Giuseppe per celebrare l’Eucarestia o ancora tra gli amici dell’Azione Cattolica, nel Circolo, oggi chiuso, di piazza Roma.
In paese, non si contano coloro che, almeno una volta, hanno calciato un pallone all’Oratorio “Don Bosco”, da lui creato e portato avanti, alle spalle della “sua” chiesa dell’Annunziata. Un’occasione per aggregare i giovani e metterli al riparo dai rischi della strada, ma un’opportunità per fare catechismo, per far conoscere il messaggio del Vangelo.
Cresciuto con gli esempi di padre Placido Caselli, come tanti amati sacerdoti biancavillesi, padre Brancato ha sempre guardato a Don Bosco come guida del suo sacerdozio, soprattutto per l’educazione, la formazione e la crescita dei ragazzi. “Bisogna essere buoni cristiani ed onesti cittadini come ci dice don Bosco”, ama ripetere padre Brancato. Un’azione educativa da accompagnare a quella che deve avvenire in famiglia. Così, il sacerdote – per padre Brancato – deve essere uno strumento per formare ragazzi cristiani e, quindi, famiglie cristiani, lavoratori cristiani.
Raccomanda a tutti di lavorare e di impegnarsi per i giovani. Lo ha fatto nel giorno del suo 70° anniversario di sacerdozio, due anni fa in chiesa Madre, quando invitò i suoi confratelli parroci, gli operatori pastorali e le Autorità cittadine ad unire le forze. “Mettiamoci tutti insieme per aiutare i nostri giovani, non possiamo dimenticarci di loro”. Un concetto che ha ribadito anche nel giorno del suo compleanno, davanti a quei giovani che si impegnano nelle attività parrocchiali e a quei “suoi ragazzi” che, oggi, possibilmente, hanno più di qualche capello bianco.
“Santi e biniritti”, il suo “motto”, in risposta a quanti, con un sorriso, gli si rivolgono anche solo per un saluto: “Sabenedica, padre Brancato!”.
* foto di Giovanni Stissi