Non è una resa, è una nuova battaglia

di Antonio Cacioppo
Per mesi abbiamo lavorato alla realizzazione di un sogno: costruire un progetto per Adrano capace di riaccendere la speranza in tanti cittadini rassegnati, sfiduciati e umiliati dai giochi di potere della politica nostrana. Abbiamo pensato che il modo migliore, questa volta, fosse quello di dare vita ad una proposta amministrativa condivisa con quelle forze che, in vari modi, propugnavano un cambiamento. Ma giorno dopo giorno ci hanno logorato, siamo caduti nel tranello delle infinite discussioni, siamo stati spinti nel tritacarne dei tatticismi fine a se stessi, nelle mediazioni ipocrite, confrontandoci con candidature che ci piovevano addosso da tutte le parti.
Anche di fronte alla “mostruosa alleanza”, quando la gente si aspettava unità, compattezza, spirito di servizio, coraggio, la risposta della classe politica è stata totalmente inversa. Lo spettro di una imminente sconfitta ha seppellito ogni buono proposito e tutti sono corsi ai ripari sposando progetti che, fino a qualche giorno addietro, erano stati aspramente criticati. In fondo, prima di ogni cosa, bisognava preservarsi il posto in consiglio comunale e magari ottenere pure qualche assessorato.
Anche noi potevamo fare lo stesso, d’altronde le “offerte” sono state molteplici e pressanti, ed invece abbiamo preso la scelta più difficile, ma certamente la più coerente: rimanere fuori dalla competizione elettorale. Abbiamo deciso di non essere uguali, dimostrando che l’impegno politico non può avere come unico orizzonte quello di occupare a tutti i costi le poltrone. Questo ci destinerà all’irrilevanza? Non sappiamo. Ma questa potrebbe essere, a nostro avviso, l’unica possibilità per permetterci di fare una opposizione vera, rigorosa, intransigente.
Non è una resa, è una nuova battaglia.
Una battaglia per la tutela del nostro meraviglioso paesaggio e del nostro territorio che un’orda di Lanzichenecchi, prima separati e ora uniti, vorrebbero colonizzare in nome del dio denaro. Una battaglia fatta di valori e di principi, come la tutela dei deboli, del bene comune e della legalità, per difendere Adrano dall’immoralità dilagante, pervasiva.
Già, l’immoralità. Questo è il pericolo maggiore che sta uccidendo la nostra città. L’immoralità della mala politica, l’immoralità di chi fa finta di essere diverso ma è semplicemente peggio, l’immoralità di chi si erge a moralista per poi “accordarsi”, l’immoralità di chi “mai con lui”, l’immoralità violenta di chi deve vincere a tutti i costi, l’immoralità inquinante di chi persegue “altri” obiettivi. Per scongiurare questo noi abbiamo il dovere di ridestare negli adraniti un orgoglio ormai sopito, l’orgoglio di una appartenenza ad una storia bella e meravigliosa che non ha niente da spartire con gli immorali.
Per far questo non c’è bisogno di stare nelle istituzioni. Certo non sarà facile, molti sono ormai assopiti, cloroformizzati, impauriti. Lo smarrimento è evidente, la crisi etica terribile, ma è questo il momento delle scelte. Questo è il momento di spezzare le catene del conformismo immorale che imprigiona Adrano. Questo è il momento di ribellarsi affinché si possa elaborare una visione condivisa di buona politica.
Noi di Symmachia vogliamo farlo da subito, con il vostro aiuto, partendo dalle vie e dalle piazze, ripensando e rimodulando meccanismi di coinvolgimento delle parti sane della città. Perché credetemi: ci sono ancora uomini differenti, uomini che della loro alterità hanno fatto motivo di vita, uomini che sono oltre le vecchie logiche, non condizionabili, che pensano diversamente e altrimenti.
Uomini i quali sanno che “… tra il grigio delle pecore si celano i lupi: esseri che non hanno dimenticato cos’è la libertà.” (E. Junger)