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Ambiente

I comuni riducano del 20% la bolletta rifiuti per attività commerciali “Plastic Free”

in Ambiente/Attualità di

“Chiediamo ai Consigli comunali di Adrano e Biancavilla che nei prossimi due giorni saranno chiamati a votare le nuove tariffe Tari, di approvare subito una riduzione del 20% della bolletta dei rifiuti per le attività commerciali del territorio che sceglieranno di non usare più plastica usa e getta, aderendo alla campagna internazionale Plastic Free, contro l’utilizzo selvaggio della plastica e per la salvaguardia dell’ambiente”.

E’ la proposta lanciata dall’Associazione culturale Symmachia, da sempre impegnata nei temi ambientali e sensibile alle innovative politiche di sviluppo economico.
Nel dettaglio, l’iniziativa di Symmachia è un primo passo per ridurre il consumo di plastica, a cominciare dai prodotti in plastica usa e getta delle attività commerciali del territorio che, a loro volta, potrebbero ottenere uno sgravio consistente nella bolletta dei rifiuti, pari al 20%, un incentivo utile in un periodo di difficoltà economica.
Nello stesso tempo, secondo l’Associazione Symmachia, si realizzerebbe un ulteriore vantaggio per i Comuni che vedrebbero ridurre notevolmente la quantità di rifiuti in plastica, abbattendo così i costi esosi per il trasferimento e il conferimento dei rifiuti in discarica. Per non parlare, poi, degli enormi effetti positivi per la tutela dell’ambiente.
Per rendere operativa questa proposta dovranno esprimersi i Consigli comunali, chiamati ad approvare, proprio questo fine settimana, il piano economico e le tariffe della Tari per l’anno 2019.

“Da Adrano e Biancavilla può partire un modello positivo per tanti Comuni siciliani – spiegano Luciana Putrino e Loredana Papotto di “Symmachia” – la nostra proposta è perfettamente realizzabile perché mette insieme vantaggi concreti per tutti: per le nostre attività commerciali che, pagando meno tasse, avrebbero una boccata d’ossigeno in un momento di crisi, per i Comuni che conferirebbero meno rifiuti in discarica e per l’ambiente martoriato da troppo tempo da tonnellate di plastica”.

L’iniziativa di Symmachia avviene a poche ore dall’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva per gli Stati membri di mettere al bando l’utilizzo di plastica monouso entro il 2021, introducendo anche sanzioni penali per coloro che non si adegueranno al rispetto delle normative.

“Non c’è migliore occasione dell’approvazione delle tariffe dei rifiuti prevista in questo fine settimana per far diventare realtà questa proposta – sottolineano Luciana Putrino e Loredana Papotto – il nostro appello è rivolto a tutti i Consiglieri comunali, al di là delle appartenenze e dei colori politici, affinché ciascuno possa farlo proprio, per attuare subito nelle nostre realtà le pratiche migliori per nuovi stili di vita ecologicamente compatibili”.

L’importanza di questa proposta è supportata dai dati diffusi proprio in questi giorni dalla Commissione europea e dallo studio di “Science Advances” in cui viene attestato che circa l’80% dei rifiuti che deturpano l’ambiente sono costituiti da plastica che si decomponente molto lentamente e che, pertanto, si accumula nei mari, sulle spiagge, nelle riserve naturali.

Rifiuti, in Sicilia arriveranno due mega-inceneritori. E la Regione pensa pure ad nuova tassa

in Ambiente/News/Politica di

E’ un infinito “anno zero”, quello che la Sicilia vive sul fronte dei rifiuti. Non si riesce (o forse non si vuole?) a sbrogliare la matassa su un problema centrale per decine di Comuni costretti a investire più sulla monnezza che su opere pubbliche e servizi alla gente. Una drammatica realtà per quei siciliani onesti e rispettosi dell’ambiente che non riescono a pagare bollette alle stelle, spesso illegittime, per coprire i “buchi” del passato. Tutto ciò, alla faccia delle pseudo “rivoluzioni”, dei proclami e dell’antimafia urlata e non praticata.

Adesso, la “svolta” sarebbe rappresentata dalla realizzazione di due mega-inceneritori, in siti che sarebbero ancora da individuare. E pensare che il Governo Crocetta aveva pensato di realizzarne ben sei, però – tengono a sottolineare da Palermo – più piccoli e in territori non distanti dai centri di raccolta per “abbattere i ‘viaggi’ dei rifiuti sui camion”, sottolinea l’assessore Vania Contraffatto.

A distanza di pochi anni, si torna a parlare dei contestati termovalorizzatori, sulla stessa linea politica di Cuffaro prima e di Lombardo dopo. Quei termovalorizzatori su cui ha pesato il pesante sospetto dell’interesse della mafia.

Un ritorno al passato, quando anche il nostro territorio venne minacciato dalla costruzione di un impianto in contrada Cannizzola, a Paternò, nel bel mezzo della Valle del Simeto.

Ma l’indiscrezione degli inceneritori non sarebbe l’unica ad essere trapelata da Roma dove, oggi, si è svolta la Conferenza Stato-Regioni in cui, per l’ultima volta, sono state esaminate le proposte delle varie Regioni. Proprio per rimanere in tema di “proposte” c’è da raccontare la strabiliante idea del Governo Crocetta di inserire, già nella prossima finanziaria, una nuova “eco-tassa” che andrà a colpire quei Comuni sventurati che non riusciranno a raggiungere alcuni significativi livelli di raccolta differenziata.

C’è da chiedersi: come può una Regione scaricare le proprie responsabilità sui Comuni e, quindi, sui cittadini? Una Regione che è stata inadempiente in materia di discariche e più in generale di sistema di gestione dei rifiuti. Perché non vengono liberalizzate le discariche? Perchè non si mette in atto una politica seria per consentire agli Enti locali, davvero virtuosi, di poter realizzare una reale raccolta differenziata?

Per ottenere risposta a queste domane, bisognerà attendere l’arrivo di un funzionario romano che, con ogni probabilità, verrà inviato dal Governo Renzi in Sicilia per tentare di vederci chiaro su un settore, come quello dei rifiuti, pronto ad esplodere in qualsiasi momento. Non si tratta di un commissariamento di natura politica, in termini di scelte e strategie, ma è un commissariamento sostanziale. Del resto, una bozza di Piano Rifiuti è approdata in Giunta Regionale soltanto ieri sera e già Roma pensa a bocciarlo perché verrebbe ritenuto non adeguato.

Con buona pace della “rivoluzione”.

Etna a pagamento? Un biglietto d’ingresso di 4 euro per una passeggiata tra i sentieri del Vulcano

in Ambiente/Blog/News di

Saltati i tappi per festeggiare l’arrivo del nuovo anno, il 2016 reca con sé, per aree e parchi siciliani, la sorpresa del ticket d’ingresso.  È il Decreto 20 ottobre 2015 dell’Assessorato del Territorio e dellʼAmbienteIstituzione di biglietti e servizi a pagamento nelle aree naturali protette”, pubblicato il 31 dicembre 2015 sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana, a regolamentare la natura a pagamento nell’isola, dando attuazione a quanto già previsto dalla Legge Regionale 9/2015 (Legge di stabilità regionale). Sia ben chiaro, non è scandalosa l’idea di mettere a reddito il patrimonio naturalistico siciliano, sia per creare nuove opportunità occupazionali, sia per il reperimento di fondi necessari a migliorare la gestione, ma diversi aspetti del decreto meritano attenzione per capire chi, cosa e quando, e mettiamoci pure dove e perché completando il must delle 5W, sono sottoposti a sbigliettamento.

Andiamo a leggere quel che c’è scritto sul Decreto che, intanto, richiama la Legge 10/99: “le somme derivanti dalla vendita dei biglietti sono acquisite dagli enti parco, dai gestori delle riserve, delle oasi naturali e delle aree attrezzate e sono destinate alla manutenzione delle aree protette e all’incremento delle dotazioni dei servizi”, che lascia già intendere come il ticket sia un modo di destinare fondi agli enti parco ed alle riserve, ai quali la Regione Siciliana non è in grado di assicurare adeguati stanziamenti economici. Per cui, già dalla premessa, il rischio di scaricare il costo dei parchi sugli amanti della natura è concreto.
Nell’Articolo 1 del decreto si legge: “è istituito il biglietto di ingresso a pagamento per l’accesso in zone o lungo peculiari itinerari di visita dei parchi e delle riserve naturali ricadenti in aree appartenenti al demanio regionale, nonché in aree a qualsiasi titolo nella disponibilità degli enti gestori.” Cosa significa? È l’intero territorio a pagamento o solo alcune aree ben individuate? E, dunque, una domanda sorge spontanea: per una passeggiata lungo un sentiero bisognerà pagare il biglietto?

L’Articolo 3 entra nel merito delle tariffe:
biglietto intero € 4,00
biglietto ridotto € 2,00
biglietto gratuito € 0,00
abbonamento settimanale € 20,00
abbonamento settimanale ridotto € 10,00
Il biglietto ridotto viene riservato, fra gli altri, ai “cittadini residenti nei comuni in cui ricade l’area protetta”. Insomma, un residente a Catania dovrà pagare per intero; un nicolosita la metà.

L’Articolo 4 prevede che l’ente gestore può prevedere anche altri servizi aggiuntivi a pagamento quali: itinerari di visita in particolari zone, visite guidate, utilizzo di rifugi, noleggi, etc. Proprio questo articolo è quello che suscita le maggiori preoccupazioni per il provvedimento in generale. Sarebbe, infatti, logico prevedere che a pagamento siano solo certi servizi, fino ad oggi non offerti. Specificare, invece, che possono essere messi a reddito i servizi aggiuntivi, fa sorgere il timore è proprio l’ingresso nell’area protetta che si dovrà pagare.
Qualcuno cita, a sproposito, il Parco d’Abruzzo, Lazio e Molise; leggendo il Regolamento dei diritti e delle tariffe del Parco d’Abruzzo, si capisce, invece, che nel maggior parco italiano si pagano soltanto alcuni servizi (campeggio, rifugi, immagini, musei, centri visita etc.).

Saranno, adesso, gli enti gestori a dover dare piena attuazione al decreto e, dunque, attendiamo con ansia di scoprire per cosa dovremo uscire del denaro.
Da quel che il decreto lascia intuire, dovrebbero esserci delle aree per le quali si dovrà sborsare unbiglietto d’ingresso e lo dovranno fare anche i residenti (ridotto) e, comunque, i cittadini dell’area etnea che storicamente sono legati al loro vulcano.
Ma cosa verrà effettivamente sottoposto a ticket? Il solo pensiero di arrivare alla Pista Altomontana e vedere un box a Serra la Nave e un altro al Brunek (senza considerare che comunque si può accedere da tanti altri luoghi) fa venire i brividi, che aumentano se i box si ipotizzano all’inizio dei sentieri: Schiena dell’Asino, Zoccolaro, Serracozzo etc. E ancora, le piste da sci di fondo saranno soggette al ticket? E gli itinerari dello sci alpinismo?
Sono in tanti che, con regolarità, si recano sull’Etna, non solo i patiti del trekking, ma anche le famiglie. Ipotizzando un ticket per l’Altomontana, quattro persone che dal cancello forestale Filiciusa-Milia raggiungono il Rifugio Giacomini (meno di due chilometri) pagherebbero 16 euro per una giornata: più di quanto costa un ingresso al lido!

E il paradosso che compare all’orizzonte è quello di un’isola impotente dinanzi agli incivili che utilizzano i boschi dell’Etna come una discarica anche di materiale pericoloso come l’eternit, ma pronta a sbattere in faccia ad una famiglia di 4 persone un ticket da 16 euro.
Ci auguriamo che il buonsenso prevalga e che consigli di prevedere un biglietto soltanto per servizi mai erogati fino ad oggi; che si approntino aree attrezzate nelle quali affittare tavoli, sedie e barbecue; che si paghino i parcheggi; che si mettano in piedi centri visite e musei; si affittino rifugi e attrezzature; si conceda a pagamento l’emblema del parco. Ma che mai, e poi mai, si debba imporre un balzello per poter continuare a vivere in libertà la nostra “muntagna”. Pensateci bene: il rischio è quello di un boomerang che abbia l’effetto di una valanga e che, alla fine, travolga tutto e tutti.

Pietro Nicosia – Etnalife.it

Vittime di amianto, la storia di Dino Ingrassia raccontata dalla moglie Giovanna a TV2000
VIDEO. L’intervista integrale e l’intervento di Glorioso

in Ambiente/News di

Quello che vi proponiamo è lo stralcio della trasmissione “Siamo Noi” di Tv2000, andata in onda questo pomeriggio, in cui è stato affrontato il tema dell’amianto con particolare attenzione al caso Biancavilla.
In studio, a Roma, la signora Giovanna Galizia che ha raccontato la drammatica storia che ha sconvolto la sua famiglia. Giovanni, 34 anni, è vedova di Dino Ingrassia, idraulico biancavillese, morto a soli 33 anni per mesotelioma pleurico, il tumore legato all’inalazione di fluoroedenite, il minerale killer, simile all’amianto, rivenuto alla fine degli anni Novanta, nella cava di Monte Calvario, a Biancavilla.

In questo video, anche l’intervista telefonica al sindaco Giuseppe Glorioso che sottolinea gli aspetti legati alla bonifica e ai valori (rientrati) di dispersione nell’aria della fluoroedenite, secondo i dati ministeriali e dell’Arpa.

Ripulite le piazzole di sosta della superstrada 284 e subito sporcate: tolleranza zero

in Ambiente di

Sono state finalmente bonificate le piazzole di sosta della strada statale 284, nel tratto Adrano-Bronte. A svolgere il servizio, per conto del Comune di Adrano, è stata la ditta che si occupa in città della raccolta dei rifiuti. Le montagne di rifiuti, specialmente nei giorni del mercato settimanale, avevano da tempo invaso gli slarghi, impraticabili dagli automobilisti anche in caso di emergenza.

Ma da lì a breve, molte zone ripulite sono state nuovamente sporcate con sacchetti di spazzatura. Da qui, la scelta del sindaco Pippo Ferrante e dei Vigili Urbani di aprire i sacchetti di immondizia abbandonati e ispezionare il contenuto per individuare gli sporcaccioni. Una pratica già attuata, nel centro abitato, a Biancavilla, che, però, non portò a sostanziali miglioramenti. Le zone maggiormente utilizzate per liberarsi dei rifiuti sono via Eduardo De Filippo e contrada Pietra Bianca: è qui che i Vigili hanno individuato alcuni trasgressori che rischiano 500 euro di sanzione.

 

Rifugio “Casa Mirio” di Biancavilla, il “gioiello” sull’Etna calpestato e abbandonato

in Ambiente/News di

Rischia di rimanere condannata al degrado e all’abbandono “Casa Mirio”, il rifugio del Comune di Biancavilla, nel cuore del Parco dell’Etna. Si tratta di un vero e proprio “gioiello” incastonato in un paesaggio mozzafiato, tra il fascino della natura e i secolari alberi della pineta biancavillese. Almeno, così dovrebbe essere. In realtà, purtroppo, lo scenario è assai diverso: “Casa Mirio” continua ad essere facile bersaglio dei vandali che hanno smantellato porte e finestre, danneggiato gli interni, distrutto le pareti in cui hanno lasciato la loro traccia con scritte e “disegni” di pessimo gusto. Insomma, a “Casa Mirio” veri e propri balordi hanno rovesciato tutto il loro profondo disagio di vivere in modo civile, decoroso, nel rispetto dei luoghi, delle regole e dell’ambiente.

Ristrutturato interamente nel 2001 dall’Amministrazione Comunale, il rifugio è stato poi affidato ad altri Enti per facilitarne la salvaguardia, ma così non è stato. Anzi, negli anni, la casermetta è stata proprio dimenticata e rimane tuttora in un inspiegabile stato di abbandono da parte di chi potrebbe fare qualcosa.

Da qui, il nostro appello ad agire e ad intercettare quei finanziamenti utili che, come avvenuto in altri contesti, potrebbero consentire di restituire alla comunità un punto di riferimento alle falde dell’Etna per escursioni, gite scolastiche e molto altro ancora. Un sito che andrebbe valorizzato e, soprattutto, tutelato. Come? E’ sicuramente difficile, ma si potrebbe cominciare ad interfacciarsi con un comitato spontaneo, oggi divenuto associazione denominata proprio “Casa Mirio” che, con l’impegno e l’entusiasmo di amanti della natura di Biancavilla, ha già visto avviare numerose iniziative volte a ripulire l’intero rifugio e a trasformarlo a centro di aggregazione e di socializzazione, oltre che a far conoscere questi luoghi, soprattutto ai più piccoli. Immaginiamo quante attività potrebbero realizzarsi, molte delle quali a costo zero. Basterebbe soltanto mettere in campo delle idee e dimostrare un pizzico di sensibilità in più.

L’impegno dei cittadini andrebbe ancor più sostenuto e apprezzato, soprattutto dalle Istituzioni che dovrebbero garantire gli strumenti utili affinché “Casa Mirio” possa essere un valore aggiunto per apprezzare le nostre bellezze naturali, affinché possa essere il “gioiello” ritrovato.

La foto di copertina, pubblicata su Facebook, è di Marco Borzì.

“Quadara di Manganelli” di Adrano ridotta ad una discarica, Symmachia lo disse 4 anni fa

in Ambiente di

E’ di qualche giorno fa la notizia che Legambiente Catania ha presentato un articolato esposto alla Procura della Repubblica di Catania per chiedere il sequestro della “Quadara di Manganelli”, un’area sul fiume Simeto in territorio di Adrano ridotta in una pattumiera a cielo aperto

Legambiente chiede di “verificare la sussistenza di condotte penalmente rilevanti” per la “perdurante presenza di una micro discarica”.

Ci fa piacere che, oggi, nel 2015, Legambiente abbia riacceso i riflettori su questa vicenda ampiamente segnalata già 4 anni fa dall’Associazione Culturale Symmachia.

Come molti adraniti hanno ricordato, già Symmachia nel 2011 aveva sollevato la vicenda in più momenti: la denuncia del malfuzionamento degli impianti di depurazione, gli esposti alla Procura e all’Europa sulle microdiscariche e una inchiesta giornalistica pubblicata sul periodico d’informazione “Symmachia” proprio sulla “Quadara di Manganelli”.

In particolare, era stata raccolta una segnalazione da parte di un cittadino di Adrano, il signor Alì, che, a sua volta, aveva segnalato la vicenda anche al Comune di Adrano.

Probabilmente, non sarà competenza del Comune però sarebbe opportuno allertare le autorità competenti affinchè venga predisposta una bonifica dell’area e avviata una capillare azione di controllo e di sanzioni nei confronti di chi sporca ed inquina l’ambiente e di chi deposita, indisturbato, i rifiuti della propria abitazione o della propria attività commerciale in un’area che potrebbe essere incantevole.

 

Cassonetti sì, cassonetti no: l’Amministrazione allo sbando, senza un piano per i rifiuti

in Ambiente di

Ad Adrano sembra di stare alla “Corrida”, la fortunata trasmissione di Corrado in cui i dilettanti della musica, del ballo, del cabaret si esibivano allo sbaraglio, nelle più strampalate performance. Ad Adrano si vive nell’approssimazione, senza un’idea della classe politica che guida la città, senza uno straccio di proposta, più o meno seria, su cui puntare e far convergere gli sforzi della città.

Certo, – lo diciamo subito in premessa per evitare facili strumentalizzazioni – un Comune non ha quei poteri necessari per gestire autonomamente un problema così grande. Insomma, nulla a che vedere con le visioni di chi, come il super-presidente del Consiglio comunale Alessandro Zignale, pensava di poter risolvere, con qualche ruspa e qualche volenteroso, un disastro, come quello dei rifiuti, che solo la Regione Siciliana e il Governo nazionale potrebbero affrontare veramente. Del resto, di cosa parliamo: l’iniziativa “Ripuliamo Adrano” è sprofondata negli abissi ed è stata utile soltanto a recepire i moniti lanciati dall’Associazione Culturale Symmachia per contrada Capici: la mega-pattumiera, nei pressi del Mercato Ortofrutticolo, è stata bonificata, alla meno peggio, in tutta fretta, dopo le proteste dei residenti e i sopralluoghi continui e gli esposti alla Procura della Repubblica di Catania e alle Forze dell’Ordine presentati proprio dall’Associazione Symmachia. E pensare che qualcuno voleva mettere pura la medaglietta al petto…

Siamo di fronte a dilettanti allo sbaraglio. Niente di più. L’ultimo mistero sulla vicenda rifiuti è il ritiro, sembrerebbe da parte della Ditta, “Geo Ambiente”, dei cassonetti collocati soltanto poche settimana fa in alcune aree della zona, tra cui via Alcara Li Fusi, come si vede nell’immagine di copertina. Da ieri mattina i cassonetti non ci sono più: rimossi, senza un preavviso, senza una spiegazione. I rifiuti, però, giacciono per terra. Dal Comune, al momento, nessuna informazione ai cittadini.

Cosa è cambiato? E’ successo qualcosa? Dobbiamo attenderci una nuova emergenza rifiuti oppure è in arrivo una nuova genialata da parte dell’Amministrazione comunale?

Domande che rimangono, sempre per il momento, senza risposta.

Cassonetti sì, cassonetti no, se ci fate caso la strana sorte toccata ai cassonetti sembra riflettersi anche sulle (straordinarie!) scelte politiche di “Azione Civica”, il gruppo degli Amici del presidente Zignale, per intenderci. A marzo 2013 escono dalla Maggioranza spostando l’attenzione su temi concreti, poi ad agosto 2013 rientrano, ottengono la poltrona di Presidente del Consiglio comunale, cercano in qualche modo di “commissariare” il Sindaco persino nelle scelte politico-amministrative di installare degli impianti di videosorveglianza in alcune scuole. Poi, la “svolta”: abbandonano, ancora una volta, la Maggioranza, dopo l’ultimo rimpasto di Giunta che non ha fatto incassare ad “Azione Civica” la nuova agognata poltrona, quella dell’Assessorato. Certo, coerenza vuole che, se davvero la crisi tra Ferrante e il gruppo degli amici di Zignale è vera e reale, il super-Presidente farebbe bene a dimettersi. Ma c’è chi non sarebbe disposto a scommettere neppure un centesimo di euro. Secondo noi, si tratta di una visione esagerata e chi non è disposto, oggi, a scommettere si mangerà le mani. O no?

Il ritiro, improvviso, dei cassonetti è l’immagine di una classe dirigente che non ha un’idea credibile e stabile.

Si è passati dall’adottare la strategia “Rifiuti Zero” senza, però, mai battere i pugni per puntare realmente a far partire la raccolta differenziata. Non a caso, nonostante tutti i problemi legati alla spazzatura, Adrano è tra i pochissimi Comuni in Sicilia a non avere dati della differenziata, perchè la differenziata non esiste. E pensare che nel primo Piano Industriale, adottato dall’Amministrazione Comunale, su elaborazione degli Uffici comunali, si puntava ad ottenere immediatamente il 65% della differenziata, senza sapere neppure quali fossero le modalità per raggiungere un simile risultato. Ad Adrano il problema è culturale, come anche di disaffezione della gente nei confronti delle iniziative dell’Amministrazione comunale che, cambiando puntualmente idea, con una certa frequenza, non viene ritenuta efficace nell’azione di prospettare un Piano utile e condiviso o comunque un Piano su cui ragionare. Basterebbe fare un salto nei Comuni limitrofi per vedere che la situazione è diversa, nonostante i problemi analoghi che toccano tutte le realtà che hanno composto l’Ato “Simeto Ambiente”.

 

(Una delle foto di copertina è di Obbiettivo Adrano)

Reportage di Symmachia: piazza Roma invasa dai rifiuti e il parroco si trasforma in netturbino
Il servizio di TVA

in Ambiente/News di

Il cuore della città di Biancavilla invaso dai rifiuti. Si è ritrovata così, domenica mattina, piazza Roma e il sagrato della Basilica Collegiata “Maria SS. dell’Elemosina” e l’Associazione Culturale Symmachia ha realizzato un reportage fotografico che è stato diffuso sui social network, innescando indignazione e un vivace dibattito fra gli utenti. Emblematica la foto che ritrae il prevosto don Pino Salerno impegnato a ripulire la scalinata da bottiglie, lattine e altri rifiuti del sabato sera appena trascorso.

Probabilmente, si è verificato qualche problema al servizio di raccolta che, di fatto, non ha funzionato, vista la grande quantità di diversi sacchi di spazzatura lasciati in piazza. Ma il problema rimane e si ripropone soprattutto ogni fine settimana.

“Il parroco che si è trasformato in operatore ecologico è l’immagine eloquente del grado di inciviltà di alcuni – dicono Vincenzo Ventura e Calogero Rapisarda di Symmachia – ogni fine settimana lo scenario è uguale e la situazione è diventata insostenibile perché al mancato rispetto dell’ambiente si aggiunge lo sfregio dei monumenti artistici della città. Auspichiamo, quindi, che si metta fine a queste scene di degrado mediante una pianificazione immediata di interventi, attraverso un’azione sinergica con i gestori delle attività commerciali, maggiori controlli e vere sanzioni nei confronti di quei campioni dell’inciviltà che sporcano la città è che rappresentano un insulto ad una giovane generazione che, invece, preferisce vivere il fine settimana a Biancavilla in armonia e nel rispetto delle regole e del prossimo”.

REPORTAGE FOTOGRAFICO DI SYMMACHIA

SERVIZIO TVA

Il servizio del giornalista Davide D’Amico di Tva Notizie con la dichiarazione dell’Associazione Culturale Symmachia.

 

L’articolo de “La Sicilia”

la sicilia - rifiuti piazza roma

 

 

L’articolo de “Live Sicilia”

live sicilia - rifiuti piazza roma

Renzi commissaria la Sicilia sui depuratori: risorse non spese. A rischio finanziamento per Adrano

in Ambiente/Battaglie/News di

“Adesso, non guardo in faccia nessuno”. E’ categorico Matteo Renzi durante una riunione operativa, a Roma, in cui è stata verificata la situazione degli impianti di depurazione in Sicilia. C’è un miliardo di euro già stanziato dal Governo, nel 2012, e non ancora investito per la creazione o per l’adeguamento e il miglioramento dei depuratori di diversi Comuni dell’Isola. Si fa un chiaro riferimento alla delibera del Cipe del 2012, la stessa con cui vennero previste le risorse anche per il depuratore di Adrano. La scadenza per beneficiare dei finanziamenti era fissata a giugno 2014, dopo una proroga concessa a fine del 2013, l’ultima anche se qualcuno, soprattutto negli Uffici di progettazione dei Comuni siciliani auspicava in una nuova proroga. Ma così non è stato. Già nei mesi scorsi, l’Associazione Culturale Symmachia aveva chiesto notizie al Comune di Adrano, al Sindaco e all’Ufficio Tecnico sullo stato di avanzamento del progetto: nessuna risposta. Fu anche sottolineato come dalle notizie che filtravano da Palermo il finanziamento originariamente previsto dal Cipe si sarebbe ridotto almeno del 40%, attraverso una successiva rimodulazione delle risorse che, però, non sembra essere stata eseguita dalla Regione.

Per Adrano il finanziamento era di 7 milioni di euro che, anche quando rimodulato, avrebbe consentito di far giungere in città un pò di liquidità, sia per la risoluzione di un annoso problema, come quello della depurazione, sia per l’impiego di manodopera locale o di acquisto in loco di materiali necessari per gli interventi.  In particolare, il gruppo consiliare di Symmachia lo chiese in occasione della prima riunione del Consiglio comunale di Adrano, nel 2013. Si attendono ancora risposte.

Nel frattempo, entro fine mese, è atteso il commissario inviato dal Premier in Sicilia che si occuperà di seguire l’iter, rivedere le somme e i relativi progetti. Bisogna fare in fretta, non solo per scongiurare di perdere i finanziamenti, ma anche perchè dal 2016 scatteranno le sanzioni dell’Europa: solo per la Sicilia si parla di 180 milioni di euro di multe.

A scaricare tutte le responsabilità sui Comuni ci ha già pensato il presidente della Regione Rosario Crocetta: “I ritardi sono dei Comuni e non della Regione. Sono loro a gestire direttamente i finanziamenti: fosse stato per la Regione, già li avremmo spesi”.

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