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Attualità

“Vogliono fare di Capici la pattumiera di Adrano”

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“L’ennesimo incendio di rifiuti tra le abitazioni di contrada Capici è il segno tangibile del fallimento della politica locale e del degrado più totale in cui si trova Adrano”.

È il duro commento dell’Associazione Culturale Symmachia che interviene sul vasto incendio di rifiuti di ieri sera, nel popoloso quartiere di Capici, da sempre al centro delle iniziative di denuncia dell’associazione.

“Vogliono fare di Capici la pattumiera di Adrano – spiegano Calogero Rapisarda e Giuseppe Foco di Symmachia – non vogliamo rassegnarci a vedere un quartiere sempre più abbandonato dalle Istituzioni. La formazione di discariche e l’incendio di rifiuti di ogni tipo, anche pericolosi, ormai rappresentano una triste consuetudine”.

Negli anni, l’Associazione Symmachia ha chiesto con forza interventi concreti, presentando addirittura un progetto di riqualificazione dell’intera area, realizzato da tecnici dell’associazione. Un risultato eloquente è la bonifica della grande discarica, nel piazzale vicino il mercato ortofrutticolo, avvenuta proprio dopo una mobilitazione compiuta insieme agli abitanti della zona.

“Alcuni cittadini ci hanno detto che fino a questa mattina l’aria era irrespirabile – dicono Rapisarsa e Foco – riteniamo inaccettabile assistere a inciviltà diffusa, mancati controlli e allo stato di immobilismo e disinteresse da parte delle Istituzioni la cui inerzia non fa altro che alimentare una spaccatura del tessuto sociale tra cittadini di serie A e di serie B.

La gente di Capici sa che saremo sempre dalla loro parte e, per questo, – concludono i due esponenti di Symmachia – annunciamo che, se non ci saranno interventi nel giro di pochi giorni, saremo costretti a rivolgerci alle Autorità competenti per accertare possibili disagi per la salute, danni ambientali ed eventuali violazioni di legge”.

*foto di copertina relativa al progetto di riqualificazione presentato dai tecnici di Symmachia, nel 2014

Pochi Vigili del Fuoco, caserma di Adrano chiusa. Symmachia: “inaccettabile”

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“È assurdo che la caserma dei Vigili del Fuoco di Adrano sia costretta a rimanere chiusa per mancanza di personale: le Istituzioni si facciano sentire anziché pensare soltanto a Commissioni consiliari e a polemiche inutili”.

È la presa di posizione dell’Associazione culturale Symmachia di Adrano e Biancavilla sulle carenze di personale tra i pompieri, nel catanese.
“E’ impensabile che Adrano e i Comuni limitrofi rimangano scoperti per ore di una presenza costante come quella dei Vigili del Fuoco – spiega il presidente di “Symmachia” Calogero Rapisarda – sappiamo che non si tratta di un caso sporadico, perché, in pochi giorni, si è verificato già due volte col turno notturno e ciò potrebbe far pensare che possa accadere ancora e diventare una prassi. Se, da un lato, è vero che, in caso di emergenze, intervengono i colleghi di Paternò, è altrettanto vero che questa non può essere una soluzione adeguata sia per i lavoratori sia per i cittadini che non possono subire un progressivo impoverimento dei servizi nel territorio”.

L’Associazione Symmachia sprona soprattutto le Istituzioni politiche locali.

“Ai Vigili del Fuoco – sottolinea il presidente Rapisarda – esprimiamo la nostra vicinanza per il prezioso ruolo che svolgono, non soltanto durante le emergenze. Per questo, chiediamo impegni concreti alle Istituzioni affinché possano interessarsi del problema, facciano qualcosa se ne sono capaci e si facciano sentire dal Governo nazionale affinché, a cominciare dal Ministero dell’Interno, dimostri maggiore sensibilità e attenzione per uomini che servono lo Stato con dedizione, mettendoli nelle condizioni di poter lavorare, con mezzi adeguati e aumentando l’organico di personale, carente da troppo tempo”.

L’ombra della mafia sulla politica di Adrano

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Le parole del Procuratore Zuccaro, di appena qualche mese fa, oggi assumono una valenza ancora più drammatica: la mafia sembrerebbe annidarsi pure nelle istituzioni di Adrano, così come emerge dalle indiscrezioni della stampa (link al primo commento).
Tutto ciò mentre l’Amministrazione e il Consiglio Comunale si trastullano tra commissioni e strumentali beghe politiche.

LEGGI QUI
https://catania.livesicilia.it/2019/05/09/adrano-mafia-e-politica-un-pentito-getta-nuove-ombre_496114/?fbclid=IwAR1fQohZcUCZ2ON-W-aF5dx9g8Wd403iipPaIR5NHs7gpNNknUYyqjhc9sE 

Impianti di rifiuti a Piano Rinazze: cosa succede a Biancavilla?

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Da un anno va in scena uno stucchevole teatrino di prese di posizione sugli impianti di trattamento dei rifiuti che dovrebbero essere realizzati a Piano Rinazze a Biancavilla.
Senza mai entrare nel merito, per fortuna non in tutti i casi. Qualcuno ci ha pure costruito sopra campagne elettorali.
E noi, da sempre attenti a ciò che accade nella Valle del Simeto, ci siamo sottratti volutamente a tutto ciò. Anche perché eravamo fortemente rassicurati da una pletora di politici, prima candidati e oggi eletti a livello nazionale, regionale e comunale: dunque, dovrebbero essere consequenziali visto che oggi rappresentano le Istituzioni. Più semplicemente coerenti con quanto hanno detto. E non abbiamo nessun motivo di pensare o credere che abbiano cambiato idea o che siano stati folgorati sulla via di Damasco.
Per questo, ci sembra strano che, adesso, questo tema stia tornando sempre più alla ribalta. Cosa è cambiato? Da parte nostra, aspettiamo ciò che verrà fuori dal Tavolo Tecnico aperto a tutti previsto per pomeriggio a Villa delle Favare.
In ogni caso, sappiano tutti che Symmachia osserva, vigila, controllerà e farà in tutte le sedi le azioni che si renderanno necessarie per informare i cittadini senza influenze di alcun tipo e per salvaguardare il territorio e l’ambiente. 

*Foto pubblicata da “Biancavilla Oggi” il 1° giugno 2018 per un articolo.

I comuni riducano del 20% la bolletta rifiuti per attività commerciali “Plastic Free”

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“Chiediamo ai Consigli comunali di Adrano e Biancavilla che nei prossimi due giorni saranno chiamati a votare le nuove tariffe Tari, di approvare subito una riduzione del 20% della bolletta dei rifiuti per le attività commerciali del territorio che sceglieranno di non usare più plastica usa e getta, aderendo alla campagna internazionale Plastic Free, contro l’utilizzo selvaggio della plastica e per la salvaguardia dell’ambiente”.

E’ la proposta lanciata dall’Associazione culturale Symmachia, da sempre impegnata nei temi ambientali e sensibile alle innovative politiche di sviluppo economico.
Nel dettaglio, l’iniziativa di Symmachia è un primo passo per ridurre il consumo di plastica, a cominciare dai prodotti in plastica usa e getta delle attività commerciali del territorio che, a loro volta, potrebbero ottenere uno sgravio consistente nella bolletta dei rifiuti, pari al 20%, un incentivo utile in un periodo di difficoltà economica.
Nello stesso tempo, secondo l’Associazione Symmachia, si realizzerebbe un ulteriore vantaggio per i Comuni che vedrebbero ridurre notevolmente la quantità di rifiuti in plastica, abbattendo così i costi esosi per il trasferimento e il conferimento dei rifiuti in discarica. Per non parlare, poi, degli enormi effetti positivi per la tutela dell’ambiente.
Per rendere operativa questa proposta dovranno esprimersi i Consigli comunali, chiamati ad approvare, proprio questo fine settimana, il piano economico e le tariffe della Tari per l’anno 2019.

“Da Adrano e Biancavilla può partire un modello positivo per tanti Comuni siciliani – spiegano Luciana Putrino e Loredana Papotto di “Symmachia” – la nostra proposta è perfettamente realizzabile perché mette insieme vantaggi concreti per tutti: per le nostre attività commerciali che, pagando meno tasse, avrebbero una boccata d’ossigeno in un momento di crisi, per i Comuni che conferirebbero meno rifiuti in discarica e per l’ambiente martoriato da troppo tempo da tonnellate di plastica”.

L’iniziativa di Symmachia avviene a poche ore dall’approvazione da parte del Parlamento europeo della direttiva per gli Stati membri di mettere al bando l’utilizzo di plastica monouso entro il 2021, introducendo anche sanzioni penali per coloro che non si adegueranno al rispetto delle normative.

“Non c’è migliore occasione dell’approvazione delle tariffe dei rifiuti prevista in questo fine settimana per far diventare realtà questa proposta – sottolineano Luciana Putrino e Loredana Papotto – il nostro appello è rivolto a tutti i Consiglieri comunali, al di là delle appartenenze e dei colori politici, affinché ciascuno possa farlo proprio, per attuare subito nelle nostre realtà le pratiche migliori per nuovi stili di vita ecologicamente compatibili”.

L’importanza di questa proposta è supportata dai dati diffusi proprio in questi giorni dalla Commissione europea e dallo studio di “Science Advances” in cui viene attestato che circa l’80% dei rifiuti che deturpano l’ambiente sono costituiti da plastica che si decomponente molto lentamente e che, pertanto, si accumula nei mari, sulle spiagge, nelle riserve naturali.

Statale 284: basta con le mortificazioni, il territorio merita rispetto

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Lo abbiamo detto sin dall’inizio: il mancato inserimento del tratto di Adrano nell’annunciato progetto di ampliamento a quattro corsie della strada statale 284 non può e non deve essere ridotto ad una mera questione campanilistica. In gioco c’è prima di tutto il rispetto e l’attenzione per una città, per i suoi abitanti e, più in generale, per un intero territorio di oltre 100 mila abitanti che non può subire ulteriori mortificazioni.

Per questo, già da gennaio 2019, quando i vertici dell’Anas hanno presentato, a Biancavilla, lo “studio di pre-fattibilità” per l’ampliamento a quattro corsie del tratto Paternò-Biancavilla della statale 284, abbiamo subito compreso come una parte di territorio era stata di fatto esclusa da un intervento di riqualificazione e messa in sicurezza per un’arteria strategica nei collegamenti tra i Comuni dell’Etna e Catania.

La statale 284 si snoda per 45 chilometri, da Maletto fino a Paterno, per poi immettersi nella statale 121 che porta a Catania: l’unico tratto migliorato è stato soltanto quello del Comune di Bronte, anche per l’interessamento e per il peso politico degli amministratori-parlamentari del tempo.

Adesso, l’annunciato progetto, ancora in una fase embrionale, potrebbe rivoluzionare l’assetto viario, non subito – certo – ma nel 2025, secondo le stime fatte dalla sede regionale dell’Anas.

E’ stato l’ingegnere Valerio Mele, commissario siciliano dell’Anas a inviare una nota all’Associazione Symmachia in cui vengono illustrate alcune motivazioni, davvero risibili a giudizio di Symmachia, legate ad un “maggiore consumo del territorio”, alla “presenza di pregiati vigneti, uliveti e fichidindieti”, oltre, ovviamente, ad un maggiore esborso economico. Un aspetto, quest’ultimo, facilmente superabile dal momento che il tratto Adrano-Bronte verrà interessato da un “intervento di ammodernamento” – così viene chiamato – pur rimanendo ad una corsia per senso di marcia.

Per questo, l’Associazione Symmachia si è rivolta al ministero delle Infrastrutture. Non a caso, il componente della Commissione parlamentare “Trasporti e Infrastrutture” della Camera, on. Luciano Cantone, ha incontrato una delegazione di Symmachia composta da Calogero Rapisarda e Antonio Cacioppo e dal rappresentante del meetup del Movimento 5 Stelle di Biancavilla, Marco Vinicio Mastrocola che, peraltro, a nome della realtà biancavillese, ha scelto di aderire a questa importante iniziativa.

Cantone ha raccolto il dossier presentato da Symmachia e ha garantito di discuterne con i suoi colleghi della Commissione cercando anche un confronto con il ministro Danilo Toninelli e la direzione dell’Anas.

 

INTERVENTO DEL PRESIDENTE RAPISARDA SU VIDEO STAR

 

INTERVENTO SYMMACHIA SU TVA

 

RAPISARDA RIBADISCE POSIZIONE SYMMACHIA DOPO INTERVENTO ASSESSORE FALCONE

Biancavilla nel degrado, regna l’immobilismo: devastata piazza Annunziata

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Spazzatura e sporcizia dovunque, aiuole fatiscenti, lampioni distrutti, alberi avvelenati e fontanella continuamente danneggiata. Adesso, anche le panchine in legno sono state sradicate e gettate negli angoli della piazza. Una è stata abbandonata pure davanti l’ingresso della chiesa.
Si è svegliata così oggi piazza Annunziata, la storica piazza del centro del paese, simbolo insieme a piazza Falcone-Borsellino del degrado dilagante in cui versa Biancavilla.
Incivili in azione per danneggiare un bene pubblico: zero controlli e scarso interesse a mettere fine ad un problema che, come ripetono diversi residenti della zona, è stato più volte segnalato, nelle scorse settimane, all’Amministrazione comunale.
Nulla si muove, nonostante impegni e promesse puntualmente non rispettate.
Nessun rispetto per il Monumento dei Caduti che, del resto, ha caratterizzato la storia della piazza: e pensare che qualche politicante locale, appena un anno fa, aveva addirittura proposto di spostare chissà dove il Monumento dei Caduti, quasi fosse diventato un ostacolo per la “movida” del week end. Roba da matti: la proposta – dopo pure le nostre segnalazioni – fu bocciata dal Consiglio comunale.
In realtà, parlare di “movida giovanile” come causa di tutti i mali di piazza Annunziata sarebbe esagerato, soprattutto per quei tanti ragazzi perbene che frequentano un bene della città nel rispetto dei luoghi. In realtà, sono pochi balordi, spesso ubriachi, che agiscono indisturbati.
Così, questi incivili possono permettersi di tutto. Automobili e scooter bloccano l’accesso a via Giuseppe Tamo da Brescia e nessuno si preoccupa di liberare una via pubblica.
A nulla servono gli slogan immancabili, annunciando falsi provvedimenti risolutivi: non ha senso emanare ordinanze sindacali per vietare la vendita di bottiglie di bibite e bevande analcoliche se non si fa nulla per verificare il rispetto delle ordinanze.
Del resto, basta vedere l’infinita di bottiglie di birra e bicchieri sparsi dovunque.
“Non ci sono controlli e non c’è rispetto per chi vive qui, sia anziani che famiglie. – dice una signora che vive vicino la chiesa Annunziata – Alcuni giovanotti hanno fatto pipì sul portone della mia abitazione e sono stata costretta a mettere una ringhiera davanti l’ingresso di casa”.
Per non parlare delle auto dei residenti della zona costantemente danneggiate.
Nei mesi scorsi erano stati avvelenati gli alberi secolari – almeno così era stato ipotizzato – forse perché le foglie davano fastidio a qualcuno. Chissà.
Perché chi amministra non pensa a realizzare un coordinamento, una “cabina di regia” con Vigili urbani, Forze dell’Ordine e specifiche realtà di controllo che esistono in paese?
Più comodo vivere nell’immobilismo. 

Foto di: Ornella Spalletta, Giuseppe Ranno, Bruno Rametta

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Adrano esclusa dal progetto, Symmachia scrive al Ministro e all’Anas

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Sulla clamorosa esclusione del tratto di Adrano dal progetto di ampliamento a quattro corsie della strada statale 284 (leggi qui), l’Associazione culturale Symmachia passa dalle parole ai fatti: quest’oggi, il presidente Calogero Rapisarda ha inviato una lettera al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, all’Assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone e al direttore regionale dell’Anas Valerio Mele.

“Al di là delle tante dichiarazioni di circostanza che abbiamo letto – spiega Rapisarda di Symmachia – occorrono risposte concrete per evitare l’ennesima mortificazione del territorio, per una strada usata ogni giorno da lavoratori, studenti pendolari e mezzi pesanti per il trasporto delle merci. Noi vogliamo vederci chiaro sin da subito e per questo non abbiamo esitato a rivolgerci direttamente al Ministro Toninelli affinché possa prendere in mano la vicenda e coordinare meglio questa fase di progettazione con la Regione e l’Anas: qui non c’è campanilismo, c’è semplicemente l’esigenza di avere infrastrutture adeguate per un territorio di oltre 150 mila abitanti”.

Nella lettera inviata agli organi competenti, l’Associazione Symmachia chiede: “quali sarebbero i “motivi tecnici” che impedirebbero il raddoppio delle corsie nel tratto di Adrano?” E ancora: “l’inserimento di Adrano aumenterebbe gli standard di sicurezza della strada perché sarebbe più uniforme ed eviterebbe “l’effetto ad imbuto” che, tutt’oggi, si registra nello svincolo di Paternò, dove la 121 a quattro corsie confluisce nella statale 284, restringendosi a due corsie”.

Ma l’Associazione di Adrano e Biancavilla rilancia e, al di là dell’inserimento di Adrano nel progetto di raddoppio della carreggiata, chiede immediati urgenti per mettere in sicurezza subito la strada, senza aspettare 5 o 6 anni prima del reale avvio dei lavori.

Nella lettera Symmachia chiede di “ripristinare il manto stradale disastrato, la segnaletica, il guard-rail divento o del tutto assente, migliorare gli svincoli e liberare le piazzole di sosta dai rifiuti di ogni tipo, compresi quelli pericolosi, sistemare le pareti perimetrali della strada, prevedendo reti protettive per impedire l’accesso in strada di animali” che, spesso, finiscono per essere travolti dai veicoli.

Nello stesso tempo, i componenti dell’associazione Symmachia lanciano un monito: “in assenza di riscontro o di notizie certe, annunciamo che siamo già pronti ad una grande mobilitazione di piazza che stiamo già concordando”.

LEGGI – LA LETTERA INVIATA DAL PRESIDENTE RAPISARDA

 

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L’ampliamento della superstrada 284 come il Ponte sullo Stretto

L’ampliamento della superstrada 284 come il Ponte sullo Stretto

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Non c’è uno straccio di progetto esecutivo. Non esiste neppure lo studio di fattibilità, men che meno le indagini geognostiche che, forse, cominceranno tra qualche mese. Per non parlare di autorizzazioni, concessioni e di passaggi sostanziali e non formali al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici o in organismi per la Valutazione d’Impatto Ambientale. Insomma, al momento non c’è nulla. Proprio nulla, fatta eccezione per la buona volontà.

Al Comune di Biancavilla, si è cercato di accendere una fiaccola nella fitta nebbia di un iter burocratico tutto da delineare per la messa in sicurezza della strada statale 284, da Paternò ad Adrano. Il direttore e il tecnico dell’Anas  hanno illustrato l’idea progettuale, ancora in fase embrionale, su come potrebbe diventare la superstrada, non prima di cinque-sei anni: allargamenti, ampliamenti, numeri, dati, anche se ancora tutto è da definire, da calare nella realtà. Insomma, dall’incontro di Biancavilla emerge una voglia matta di sognare.

Per carità, l’iniziativa di far conoscere ciò che bolle in pentola è ammirevole , per questo è apprezzabile lo sforzo di mettere insieme tutti attorno allo stesso tavolo, compiuto dal promotore dell’incontro, l’ex deputato regionale Nino D’Asero che, da anni, spinge il Cipe per stanziare le risorse economiche necessarie per realizzare l’opera.

Del resto, senza l’incontro di Biancavilla, non sarebbe venuta a galla la clamorosa esclusione del tratto di 5 km che ricade nel territorio di Adrano dal raddoppio delle corsie. “Motivi tecnici”, il tratto sarà “ammodernato”, hanno spiegato gli esperti che, paradossalmente, nello stesso tempo, incassavano il plauso e l’applauso del sindaco Angelo D’Agate, così come emerge nel suo intervento e nelle interviste alle Tv, salvo poi fare un imbarazzante dietrofront in un post su Facebook.

Intanto, si sogna a occhi aperti, si immagina la svolta. Un po’ come accade per il progetto del Ponte sullo Stretto, tirato fuori dal cassetto a stagioni alterne, per fornire una dolce illusione.

Probabilmente, già dalla fine degli anni Ottanta, si susseguono, a più riprese, gli annunci del sacrosanto ampliamento della superstrada,  inadeguata a sopportare la spaventosa mole di traffico. E’ un’arteria che meritava un’attenzione ben diversa rispetto alla disastrosa condizione in cui è stata lasciata in questi anni. Non soltanto perché la strada collega buona parte dei Comuni del versante sud-occidentale dell’Etna, da Randazzo fino a Paternò, per poi sfociare nella provinciale 121 che porta a Catania. Lo si doveva, principalmente, per quel lungo fiume di sangue che scorre e che rimarrà indelebile in quel che resta dell’asfalto della strada assassina. I morti dei paurosi incidenti stradali non si contano più, l’elenco dei feriti è lunghissimo. Disseminate lungo i bordi della strada, quasi a colmare la mancanza di guard-rail in più punti, vi è una quantità notevole di povere bestiole trasformate in carcasse sfregiate.

E pensare che questa è una strada percorsa tutti i giorni da senatori, deputati, onorevoli regionali, assessori di tutti i tipi, presidenti vari che, per decenni, hanno occupato le migliori posizioni apicali nella pubblica amministrazione, senza mai rendere qualcosa al territorio che li premiati col voto.

C’è da dire, però, che, quando il pugno è stato fermo, i risultati sono arrivati: certo, non per tutti, ma per alcuni eletti in quel lembo di strada che, dalla dimenticata, ferita, umiliata Adrano, conduce alla (ex?) culla del Sindaco-Senatore di Bronte.

In realtà, il tratto più martoriato della statale 284 è quello compreso tra Adrano e Paternò, quello privo di interventi significativi, almeno fino ad oggi. Qui fa notizia – e si è giunti persino a gioire – per un po’ di asfalto, gettato qua e là, soprattutto per coprire le voragini che, spesso e volentieri, si aprono nel manto stradale. Al massimo, qui si interviene per tagliare l’erba negli svincoli, quando gli incendi estivi non ne vogliono proprio sapere di fare il loro lavoro.

L’Associazione Symmachia, ormai dal 2015, pone all’attenzione di tutti le condizioni della strada: l’ha fatto con una campagna di sensibilizzazione che ha toccato Adrano, Biancavilla e S. Maria di Licodia, dove sono state raccolte migliaia di firme.

IL VIDEO-DENUNCIA DELL’ASSOCIAZIONE SYMMACHIA (realizzato nel 2015)

 

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«Non si può morire d’indifferenza»: Symmachia lancia il video sulla Ss 284

 

“Basta sangue sulla statale 284”. Inizia la lotta


SS 284. L’Associazione Symmachia lancia il mese di lotta

http://www.tvadrano.com/2015/02/21/iniziative-di-symmachia-subito-la-messa-sicurezza-della-statale-284/

 

 

La rivolta di un popolo contro un’oligarchia che ruba ai poveri per dare ai ricchi

in Antonio Cacioppo/Attualità di

La Francia è in ebollizione, l’impressione netta è che gli umiliati, gli ultimi, gli sfruttati, i reietti della globalizzazione si siano stancati. Contadini, studenti, autotrasportatori, impiegati, un popolo in rivolta. Rivolta spontanea, senza intermediari, senza partiti e sindacati, questo movimentismo terrorizza i potenti, preoccupa i tiranni, e dimostra come le vecchie categorie politiche del secolo scorso siano definitivamente tramontate, grazie ad un’opposizione non più orizzontale (destra-sinistra) ma verticale: popolo contro élite, poveri contro ricchi, dominati contro dominanti. Ed è inutile che uno spregevole ceto giornalistico, prezzolato dal potere, tenti una narrazione dei fatti tesa a sporcare l’immagine  dei gilet gialli, descrivendo la loro azione come una “misera” protesta contro il caro carburanti. No, cari giornalisti o “sottoclasse dominata all’interno della classe dominante”, come vi ha definito Costanzo Preve, questa rivolta è un miracolo che non riuscite a capire.

Come non riuscite a capire la vera natura del liberalcapitalismo che si è materializzata con le immagini della umiliazione riservata agli studenti costretti dalla polizia a inginocchiarsi o alla terribile scena delle percosse ad un disabile, repressione violenta di un governo che risponde solo alle istituzioni finanziarie, alle multinazionali e alle banche. Non capite che le persone  vivono ormai nella sensazione di essere state abbandonate da un’élite che si è trasformata in in casta, non capite che si è prodotta una frattura che segna la fine di un ciclo storico, non capite che un mondo sta morendo ed un altro, anche se a fatica, sta per nascere.

Per non parlare degli intellettuali proni al pensiero unico, a cui sfugge totalmente la comprensione di una sollevazione fatta da un popolo intero, un popolo che si è tentato invano di eliminare dalla storia, ma che è ancora vivo, un popolo che vuole tornare libero, libero di scegliere.                                                                                                                                                                                                                                        Un popolo che cresce nella autoconsapevolezza rivoluzionaria per i diritti.

Un popolo in tumulto, che diventa fiume in piena, che cresce a dismisura, esonda senza vincoli ideologici o di classe.

Un popolo vero, genuino, portatore di interessi generali e di bisogni giusti.

Un popolo in rivolta contro lo spirito corrotto delle élite neoliberiste, espressione di un establishment malato, malato di globalizzazione, di sete di profitto, di mercificazione, di mercatismo che ha come unico obiettivo il denaro.

Un popolo che indica la strada per una rivolta etica, un’etica eroica, nobile, di una nobiltà visionaria e sognatrice, desiderosa di un sogno puro e spontaneo di riscatto, sogno come rivalsa spirituale contro ogni iniquità, contro ogni abbrutimento.

Un popolo contro un’oligarchia che ruba ai poveri per dare ai ricchi.

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