Category archive

Controcultura - page 2

Amianto. In greco amiantos: incorruttibile, immacolato

in Battaglie/Controcultura di

di Gisella Torrisi

“Sotto casa mia” non è solo una canzone o il primo video musicale di Picciotto, rapper del nostro hinterland catanese, nato e cresciuto proprio a Biancavilla e da tempo in collaborazione con Dj-Jad degli Articolo 31. “Sotto casa mia” è un pezzo di denuncia ed il tema è quello più vicino e intrinseco a noi: l’amianto. Reso polvere dalle nostre stesse mani, e respirato anche dai polmoni di chi ancora dovrà venire. Il problema non è così facile da risolvere, sicuramente ci vorranno ancora altri decenni.

Già dai tempi dell’antica Grecia il termine amianto aveva una sua etimologia: incorruttibile; ovvero: che non si può alternare o penetrare. Nella filosofia orientale tutto ciò che la natura dà come immacolato è sacro e non può essere sfiorato perché “basterebbe un solo indice di uomo per trasformare il sacro in demoniaco e nemmeno più di mille mani potrebbero riportarlo di nuovo al suo equilibrio.”

Spesso gli uomini, per anni e purtroppo ancor oggi, si sono sentiti in diritto di utilizzare a loro piacimento tutto ciò che gli sta intorno, senza conoscenza. La modernità ci ha spinto a sentirci in diritto di “violentare”, è così facile sentirsi padroni del mondo, no? No. Ci vuole cultura del rispetto, portandola verso noi stessi la porteremo anche a tutto il resto.
Per decenni fu così violato il monte Calvario, utilizzando come risorsa una delle più pericolose sostanze presenti in natura: floro-edenite, presente nel suolo vulcanico, causa di un elevato numero di morti. Sì è vero, tutto quello che utilizziamo dobbiamo prima conoscerlo, ma questo principio sempre più spesso viene ignorato e a piangere oggi è un’intera cittadina.

Sono stata coinvolta e ho abbracciato quest’idea sin da subito, ancor prima che prendesse forma concreta, perché ho visto tante persone ammalarsi e perché l’ignoranza e la non conoscenza ha purtroppo chiuso nel silenzio per troppo tempo queste vittime: sia nel lutto di chi rimane e sia nel dolore di chi lotta e grazie alle cure alternative riesce a salvarci. In giro, purtroppo, c’è molta sfiducia nella politica ed in questo specifico caso nella sanità. Le esperienze ci portano a dire che le case farmaceutiche rafforzano solo la “malattia” ma esiste ancora chi ci vuole salvare?

Sicuramente sì e sono anche le persone che prima di tutto salvano se stesse e la propria coscienza con correttezza professionale.
Le raccolte fondi servono davvero in questi casi, e non stiamo parlando di quelle in cui spedisci medicine in Africa che distruggono il sistema immunitario, invece di rendere potabile l’acqua. “Sotto casa mia” è un sogno che supera le barriere convenzionali, nato dal dolore di chi ha perso, ma anche di chi ci crede ancora perché ha combattuto e combatte ancora e non avremo vinto finché la nostra cittadina sarà ancora a rischio di alti tassi di morte; oltre che essere testimonianza di un cittadino che ha vissuto da dentro l’esperienza del dolore.

Affinché queste situazioni di disagio e necessità guariscano in riscatto e voglia di crescere, vi è di bisogno una profonda conoscenza del nostro ambiente e uno sviluppo eco-sostenibile; poiché è giunto il tempo che siano gli esseri umani ad adattarsi al pianeta e non viceversa. Bisogna smettere di sopravvivere e pensare che potremmo stare per dieci volte meglio.

“SOTTO CASA MIA”

L’istruzione non è una merce. La scuola non è un’azienda

in Antonio Cacioppo/Controcultura di

“Capetti improvvisati vogliono fare anche del preside un piccolo boss di paese. Senza insegnarli il comando,senza prepararlo alla leadership … gli danno infatti il potere e la responsabilità di assumere docenti per cooptazione e di premiare il merito e punire il demerito distribuendo denaro .E tutti capiscono che, solo per l’effetto annuncio, la famosa stanza del preside sta già diventando l’ufficio raccomandazioni e suppliche di quel proletariato intellettuale di cui parlava Salvemini”. (F. Merlo)

La scuola italiana sembra svegliarsi da un lungo torpore. Scioperi, assemblee, seminari, appelli. La mobilitazione del 5 Maggio ha mandato in tilt la scuola. Non poteva andare che così dopo che il ministro Giannini ha definito squadristi un gruppo di docenti che la contestavano. Sulla stessa lunghezza d’onda di dileggio il ministro Poletti, quello delle cene con i protagonisti diMafia-Capitale,che dichiara di volere diminuire le vacanze della scuola. Raro esempio di ignoranza da parte del ministro,infatti gli insegnanti sono impegnati fino a metà Luglio con gli esami e rientrano a scuola a fine Agosto per far riparare gli alunni rimandati.

Per non parlare del sotto segretario Faraone che parla dei docenti come di una “ minoranza chiassosa “. Dimenticando che è a questa minoranza che viene affidata la formazione delle nuove generazioni. Una categoria paziente, mite che non protesta nemmeno per la mancanza di un contratto di lavoro bloccato da sette anni,una categoria che per meno di mille e cinquecento euro al mese si occupa non solo di insegnamento ma di legalità,educazione stradale,psicologia,bullismo,assistenza sociale,alimentazione, rifiuti.

Oggi questa categoria decide di scendere in piazza per contestare una “riforma”che ha come obbiettivi:

1) L’aziendalizzazione della scuola.

2) La rimozione della cultura.

3) Il potenziamento della scuola privata.

4) Il concretizzarsi del Preside-manager.

L’aziendalizzazione della scuola.

Debiti formativi,crediti scolastici,sono espressioni desunte dal mondo della finanza e tipico del progetto neo-liberale della competizione di mercato che trasforma gli studenti in merce. La riforma prevede la possibilità di finanziamenti privati della scuola pubblica. E’ chiaro che le aziende potranno influenzare le scelte educative degli istituti creando di fatto scuole d’eccellenza, quelle del Nord e scuole ghetto, quelle del Sud per gli evidenti contesti economici delle due Italie. Ma il vero motore della riforma è il “piano di miglioramento”e di “qualità”,dietro cui si nasconde in realtà il subdolo tentativo di introdurre a scuola un sistema di controllo del “ management per obiettivi”.

Obiettivi, la parola magica , i docenti e i loro obbiettivi. Ma quali obiettivi? Chiaro! quelli delle aziende,quelli dei privati,quelli dei “portatori di interessi”. La riforma Thatcheriana che vuole trasformare la libertà d’insegnamento in formazione per le aziende.

La rimozione della cultura.

La logica del profitto distrugge dalle fondamenta la scuola che basa la sua essenza sul “ sapere in se”e non sulla capacità di produrre guadagni. Didattica,centralità dello studente e dell’insegnante,formazione umana sono valori spariti dall’orizzonte della scuola renziana.

La riforma manca di un asse culturale che di fatto nasconde il vuoto etico di chi l’ha pensata. Dietro pedagogismi,burocratismi,circolari,griglie di valutazione,quiz,relazioni e programmazioni chilometriche si nasconde il tentativo di svuotare la preparazione e le competenze dei professori,di distruggere il ruolo e la possibilità di formare i futuri cittadini a favore di pure logiche di mercato.

“Un paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi,perché le risorse mancano,o i costi sono eccessivi . Un paese che demolisce la scuola è già governato da quelli che della diffusione del sapere hanno solo da perdere”. (Italo Calvino).

Potenziamento della scuola privata.

Articolo 33 della Costituzione: “enti privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione,senza oneri per lo stato”. Ma come si può rispettare questo dettato costituzionale se si irridono i lavoratori della scuola, tagliando il personale e le risorse? Per contro si assicura alle scuole private la defiscalizzazione della retta con un tetto massimo di 400 euro ad alunno. Questo ci costerà cento milioni di euro.

Il tutto mentre le scuole pubbliche cadono a pezzi.

Presidi-manager.

Lo strapotere assegnato dal ddl ai presidi-podestà consiste nella sua capacità di assumere secondo un criterio di discrezionalità senza precedenti. I Presidi detteranno le linee a degli insegnanti che dovranno,obtorto collo,subire il pensiero unico e l’allineamento dei cervelli. E per chi non si allinea? Trasferito,non incentivato economicamente,ridotto al silenzio.

L’accentramento del potere nelle mani del Preside-caporale determinerà il restringersi drammatico degli spazi di democrazia e di libertà e lo svuotamento di fatto di tutti gli organismi di rappresentanza: collegio docenti,consigli di classe ecc. Sarà creato “un registro nazionale dei docenti”per tenerli sotto controllo in una specie di grande fratello di Orwelliana memoria, per controllare chi si allinea ai “piani di miglioramento”e chi,invece, è riottoso e non intende piegarsi. Ma perché non si ci può fidare dei Presidi-sceriffo?

Semplice,perché,per esempio in Sicilia, nell’ultimo concorso a preside, la commissione “riuscì”a correggere 1400 compiti,ognuno dei quali di dieci pagine per un totale di 14000 pagine in tre ore e “sorvolando” su orrori ortografici e grammaticali. Fioccarono i ricorsi e il concorso fu annullato. Tutto finito,neanche per sogno,i trecento promossi furono salvati da una “Manina amica”,una legge nazionale.

La barbarie è dietro l’angolo.

I docenti verranno piegati alle regole della scuola-azienda e della scuola-quiz. E’accettabile la versione che mette in discussione la libertà d’insegnamento,la collegialità delle decisioni? E’accettabile il ridimensionamento del collegio docenti nella sua capacità di progettare l’attività scolastica? E’accettabile riservare al manager-preside la valutazione del lavoro per quanto riguarda la qualità dell’intervento didattico dei professori? E’ accettabile la possibilità per i dirigenti scolastici di decidere la mobilità,la valutazione,il salario accessorio,fuori dalle legittime sedi contrattuali?

E’ accettabile che il Dirigente Scolastico sia valutatore, reclutatore,uomo forte circondato da uno staff acritico di maggiordomi?

Non è questa forse una sospensione della libertà? Non accettarlo è un imperativo categorico e spetta a noi.

Go to Top