Il dolore corre su internet

in Bacheca di
ADRANO IN LUTTO

Non ci sono parole che possono esprimere la rabbia, il dolore e lo sgomento per un fatto del genere. Nessun genitore dovrebbe assistere alla morte del proprio figlio, soprattutto se l’evento è causato da una assurda volontà omicida. Eppure i suoi genitori erano lì, a poca distanza da dove è avvenuta la lite, ed hanno ben presto visto morente il loro figlio nella speranza che i soccorsi medici arrivassero presto e lo salvassero da quel tragico destino. E’ stato quasi un agguato a detta di alcui, una semplice lite per altri, un regolamento di conti per un giornalista del quotidiano “La Sicilia”, eppure qualcuno portava un coltello in tasca, lo ha estratto ed ha colpito a morte. Io ho avuto notizia del tragico fatto di cronaca solo su facebook e nel pomeriggio dell’indomani, tante frasi di cordoglio e tantissime altre di rabbia riempivano le bacheche dei vari gruppi di Adrano. Subito è nata la voglia di protestare e di manifestare immediatamente. L’evento è nato spontaneamente, chiesto quasi automaticamente da tutti noi, gli inviti si sono propagati a macchia d’olio, ed alla prima proposta di manifestare la domenica mattina in aula consiliare si è aggiunta la voglia di tanti giovani ragazzi di radunarci subito, quella stessa sera in piazza, sotto il castello. Una ragazza ha preparato diversi manifesti con varie frasi ad effetto, tanti altri hanno portato delle semplici candele. All’inizio si vedevano solo pochi giovani ragazzi seduti sui gradini in pietra, ma ancora era troppo presto, poi via via la gente è arrivata, c’erano anche tanti adulti. Alle nove eravamo già in tanti, non tantissimi come tutti noi speravamo, ma è stato un evento organizzato in fretta, più col cuore che non con la mente. L’intenzione era di portare un estremo saluto a Rosario proprio nel luogo del suo martirio, ma correva già la notizia che la villa per una ordinanza del Sindaco era stata chiusa. Non potendo entrare nei giardini si decide di avvicinarci il più possibile al luogo pur restando fuori dai cancelli. In silenzio abbiamo percorso tutta la via Roma, le persone che assistono al nostro passaggio accennano più volte a qualche applauso in memoria di Rosario, altri ignari si informano dell’accaduto. Arrivati li viviamo un breve ma intensissimo attimo di raccoglimento. La nostra non è stata una protesta, e poi fatta contro chi? Contro imbecilli minorenni? O contro gli adraniti, popolo che spesse volte dimostra un comportamento incivile, sporco e senza futuro?La nostra è stata la volontà di manifestare lo sdegno, la voglia di giustizia e l’amore verso un ragazzo che con la vita ha pagato un gesto di criminosa inciviltà. Speriamo che si possa fare giustizia, speriamo che fatti del genere non succedono più nè ad Adrano nè in nessun altro luogo. E’ giusto che la comunità adranita si indigni a questi fatti, e condanni pubblicamente ogni atto di violenza e di spacchioneria. Purtroppo in altre feste ed in altre occasioni ci sono stati altri atti del genere e sono passati quasi inosservati. Purtroppo anche la mattina seguente, durante la seconda manifestazione spontanea alla villa si è assistito in lontananza ad una rissa. Stavolta per fortuna non hanno parlato nuovamente i coltelli, ma le più sacre intenzioni del sano popolo di Adrano apparivano profanate. Ora noi tutti ci chiediamo: è dovuto morire un ragazzo, un bravo e giovanissimo ragazzo per farci smuovere un po’ tutti? Chissà se davvero questo grave episodio sia di monito per la società adranita, che la svegli e le scrolli di dosso tutta quella cattiveria e l’ignoranza. Se non ci riesce, allora quel ragazzo è morto e con lui tutta la comunità di Adrano. L’educazione alla vita civile e sociale è l’unico mezzo di contrasto ad una mentalità gretta tipica di un contesto malsano.

Giovanni Scalisi