La classe dominante è all’attacco del mondo del lavoro e dei diritti sociali, i francesi non ci stanno e si sollevano contro il totalitarismo del terzo millennio: il neoliberismo capitalistico.
La Francia è scossa da un movimento tellurico di popolo senza precedenti nella storia recente,la mobilitazione contro la Loi Travail è totale. Sembra essere tornati di colpo all’Autunno Caldo del 1968 in Italia,ma il parallelismo,almeno per ora,finisce qui. In Italia il Jobs Act è stato accettato supinamente, solo lamentele sul web, nessuna reazione significativa nei confronti di un sistema che ci sta letteralmente affamando. Niente bandiere e megafoni,cortei e comizi,meglio gustarsi una partita di calcio,meglio guardare le trasmissioni televisive d’accatto che dispensano dolore e lacrime a buon mercato,più adrenalinico, per gli italiani, è dividersi tra colpevolisti e innocentisti dell’ultimo efferato omicidio.
I francesi no, loro hanno capito l’assenza totale di sovranità dei governi nazionali che sono,ormai,al servizio di oligarchie mondiali e di opachi burocrati non eletti da nessuno ma che controllano lo stesso i bilanci delle nazioni. Viviamo in una realtà dove i popoli vengono sacrificati sull’altare degli interessi di lobby finanziarie. La parola d’ordine di queste oligarchie è”austerità”,parola che nel suo significato autentico indica la distruzione del Welfare con conseguente macelleria sociale. Una nuova democrazia si sta affermando,una democrazia minore,senza popolo,una democrazia surrogata da una nuova Elite Illuminata,si pensi al governo Monti,voluto dalle multinazionali finanziarie,al governo Renzi,premier non eletto in parlamento, che ci ha regalato il Jobs Act , la “buona scuola”,l’abrogazione dell’articolo 18. In questo contesto la Loi Travail e il Jobs Act rispondono alle logiche neoliberiste ,perché sono parte fondamentale di un processo di precarizzazione, di un attacco al mondo del lavoro e ai diritti che investe tutti i popoli europei.
Non c’è più niente da fare? Per nulla! La speranza c’è.
In Francia è scoppiata una nuova rivoluzione che viene portata avanti con nuove metodologie,non più sciopero tradizionale,settoriale che si sviluppava nei luoghi tradizionali del lavoro come le fabbriche e le scuole,ma sollevazione di popolo che investe tutti i settori della società in spazi aperti, piazze e strade dove svanisce la “classe” e si diventa popolo. Non è solo il rifiuto di una legge iniqua sulla riorganizzazione del lavoro ma è anche il rifiuto di un popolo nei confronti di poteri sovranazionali che tentano di opprimere i cittadini per meri scopi economici. Non è dato sapere il risultato finale di questa ribellione, ma visto l’impegno, la partecipazione corale di buona parte del popolo francese c’è da sperare. Anche in Italia c’è speranza, qualcosa sta cambiando.
Ci sono voluti molti anni per cancellare l’articolo 18 e molti anni per riformare le pensioni, il Jobs Act è stato disapplicato in molte aziende grazie alla reazione dei lavoratori,c’è soprattutto l’esempio francese.
La speranza c’è, perché il potere ha gettato la maschera e tutti hanno capito che l’unico scopo degli attuali governi europei è quello di facilitare i licenziamenti e abbassare i salari facendo lavorare di più. Ma ora siamo a un punto di svolta,la sollevazione in Francia ha mostrato che il sistema può essere messo in crisi da questo tipo di lotta che può determinare non tanto risultati immediati,ma può generare un patrimonio di idee,valori,esperienze da consegnare alle future generazioni. E nel presente la ribellione da sensazioni nuove,forti,esaltanti,la gente si rende conto che è possibile battere il nemico,in questo clima chi si ribella vive come in una dimensione magica di stupore per quello che si è riusciti a fare .Ma bisogna stare vigili perché il potere reagirà e lo farà con i soliti sistemi dei “contentini”,del “divide et impera” per scatenare la”lotta tra poveri”, lo farà con la coercizione e la forza .Di fronte a questo,chi lotta,non ha altro da fare che estendere la rivolta. Ma l’insegnamento più bello che viene da questa”primavera”francese consiste nella caduta di alcuni miti:
– Non c’è alternativa all’ideologia del terzo millennio, il neoliberismo;
– La ribellione non paga perché è meglio un approccio riformista;
– E’inutile lottare perché tanto non cambierà niente;
Questo momento storico contraddistinto dalla ribellione francese smentisce questi luoghi comuni, ammonisce i tiranni,dando a tutti quelli che hanno partecipato a queste giornate storiche la sensazione di non essere più le stesse persone,tanto da poter consegnare alle generazioni future un nuovo profumo di libertà.