I fatti di Parigi segnano un clima di anteguerra. Nei prossimi mesi si assisterà ad una escalation di atti terroristici, prove tecniche per una nuova guerra, preannunciata dai teorici dello scontro tra civiltà (Samuel P. Huntington).
Secondo questa scuola di pensiero, lo scontro vedrà da una parte i “nuovi barbari” arabo-musulmani, tagliatori di teste, kamikaze che si faranno esplodere al grido di “Allah Akbar” e, dall’altra, il mondo “libero”, per intenderci il mondo bianco, laico, protestante.
In questo clima di caccia alle streghe, tutti coloro che non si schiereranno tra un fondamentalismo retrogrado e violento e un Occidente malato, privo di valori, d’identità e unito solo dalla logica di mercato saranno emarginati e sospettati di intelligenza con il nemico.
Questo è il tempo degli avvoltoi, il tempo di chi dice:
“C’è una matrice religiosa negli attentati”;
“Il nemico è l’islam”;
“Non esiste l’islam moderato”;
“La religione, cristiana o musulmana, è fondamentalismo, pregiudizio, dogmatismo”;
“La società laica è, invece, pacifica” (ricordate le guerre laiche e umanitarie?);
e la più grottesca di tutti:
“L’immigrazione clandestina porta i terroristi in Europa”.
Idioti, i protagonisti degli ultimi attentati sono nati in Francia, sono nostri figli.
In questa gigantesca farsa si inserisce la strumentalizzazione delle recenti parole del Papa:
“Ognuno ha non solo la libertà o il diritto ma anche l’obbligo di dire quello che pensa se ritiene che aiuti il bene comune, un deputato, un senatore, se non dice qual è la buona strada non fa bene. Avere questa libertà, ma senza offendere, perché è vero che non si può reagire violentemente ma se il dottor Gasbarri, mio amico caro, dice una parolaccia contro la mia mamma, si aspetti un pugno. Perché non si può provocare, insultare, ridicolizzare, la fede degli altri”.
Apriti cielo. Per qualche idiota, il Papa avrebbe giustificato il terrorismo.
In realtà la verità è un’altra: non si capisce, o non si vuol capire, il profondo messaggio dietro quelle parole. Il Papa ha semplicemente condannato alcuni aspetti dell’Illuminismo e della Rivoluzione francese: il laicismo innalzato a religione di stato, la perdita di ogni rapporto con il sacro e la condanna di un occidente secolarizzato e piegato su posizioni materialistiche, consumistiche, edonistiche.
Difendere la libertà di espressione, cari lor signori, non equivale ad offendere la religione altrui.
La satira critica, sbeffeggia, non offende.
Per finire vorrei fare un atto di fede:
– io sono il presepe;
– io sono la civiltà araba presente nel mio territorio;
– io sono la Chiesa Medioevale che salvò l’Europa dalle barbarie;
– io sono Al Saladin, tenace, coraggioso, magnanimo con i nemici;
– io sono Federico II, stupor mundi, protettore della cultura, fautore dell’incontro tra la cultura araba, greca e latina;
– io sono le duemila persone uccise dagli integralisti a Damaturre e che non hanno provocato cortei e proteste;
– io sono l’eroe musulmano che ha nascosto i francesi nella cella-frigorifera del negozio preso d’assalto;
IO SONO UN UOMO CHE NON SI PIEGA AL PENSIERO UNICO DELLA GLOBALIZZAZIONE .
IO NON SONO CHARLIE