Non c’è uno straccio di progetto esecutivo. Non esiste neppure lo studio di fattibilità, men che meno le indagini geognostiche che, forse, cominceranno tra qualche mese. Per non parlare di autorizzazioni, concessioni e di passaggi sostanziali e non formali al Consiglio Superiore dei Lavori pubblici o in organismi per la Valutazione d’Impatto Ambientale. Insomma, al momento non c’è nulla. Proprio nulla, fatta eccezione per la buona volontà.
Al Comune di Biancavilla, si è cercato di accendere una fiaccola nella fitta nebbia di un iter burocratico tutto da delineare per la messa in sicurezza della strada statale 284, da Paternò ad Adrano. Il direttore e il tecnico dell’Anas hanno illustrato l’idea progettuale, ancora in fase embrionale, su come potrebbe diventare la superstrada, non prima di cinque-sei anni: allargamenti, ampliamenti, numeri, dati, anche se ancora tutto è da definire, da calare nella realtà. Insomma, dall’incontro di Biancavilla emerge una voglia matta di sognare.
Per carità, l’iniziativa di far conoscere ciò che bolle in pentola è ammirevole , per questo è apprezzabile lo sforzo di mettere insieme tutti attorno allo stesso tavolo, compiuto dal promotore dell’incontro, l’ex deputato regionale Nino D’Asero che, da anni, spinge il Cipe per stanziare le risorse economiche necessarie per realizzare l’opera.
Del resto, senza l’incontro di Biancavilla, non sarebbe venuta a galla la clamorosa esclusione del tratto di 5 km che ricade nel territorio di Adrano dal raddoppio delle corsie. “Motivi tecnici”, il tratto sarà “ammodernato”, hanno spiegato gli esperti che, paradossalmente, nello stesso tempo, incassavano il plauso e l’applauso del sindaco Angelo D’Agate, così come emerge nel suo intervento e nelle interviste alle Tv, salvo poi fare un imbarazzante dietrofront in un post su Facebook.
Intanto, si sogna a occhi aperti, si immagina la svolta. Un po’ come accade per il progetto del Ponte sullo Stretto, tirato fuori dal cassetto a stagioni alterne, per fornire una dolce illusione.
Probabilmente, già dalla fine degli anni Ottanta, si susseguono, a più riprese, gli annunci del sacrosanto ampliamento della superstrada, inadeguata a sopportare la spaventosa mole di traffico. E’ un’arteria che meritava un’attenzione ben diversa rispetto alla disastrosa condizione in cui è stata lasciata in questi anni. Non soltanto perché la strada collega buona parte dei Comuni del versante sud-occidentale dell’Etna, da Randazzo fino a Paternò, per poi sfociare nella provinciale 121 che porta a Catania. Lo si doveva, principalmente, per quel lungo fiume di sangue che scorre e che rimarrà indelebile in quel che resta dell’asfalto della strada assassina. I morti dei paurosi incidenti stradali non si contano più, l’elenco dei feriti è lunghissimo. Disseminate lungo i bordi della strada, quasi a colmare la mancanza di guard-rail in più punti, vi è una quantità notevole di povere bestiole trasformate in carcasse sfregiate.
E pensare che questa è una strada percorsa tutti i giorni da senatori, deputati, onorevoli regionali, assessori di tutti i tipi, presidenti vari che, per decenni, hanno occupato le migliori posizioni apicali nella pubblica amministrazione, senza mai rendere qualcosa al territorio che li premiati col voto.
C’è da dire, però, che, quando il pugno è stato fermo, i risultati sono arrivati: certo, non per tutti, ma per alcuni eletti in quel lembo di strada che, dalla dimenticata, ferita, umiliata Adrano, conduce alla (ex?) culla del Sindaco-Senatore di Bronte.
In realtà, il tratto più martoriato della statale 284 è quello compreso tra Adrano e Paternò, quello privo di interventi significativi, almeno fino ad oggi. Qui fa notizia – e si è giunti persino a gioire – per un po’ di asfalto, gettato qua e là, soprattutto per coprire le voragini che, spesso e volentieri, si aprono nel manto stradale. Al massimo, qui si interviene per tagliare l’erba negli svincoli, quando gli incendi estivi non ne vogliono proprio sapere di fare il loro lavoro.
L’Associazione Symmachia, ormai dal 2015, pone all’attenzione di tutti le condizioni della strada: l’ha fatto con una campagna di sensibilizzazione che ha toccato Adrano, Biancavilla e S. Maria di Licodia, dove sono state raccolte migliaia di firme.
IL VIDEO-DENUNCIA DELL’ASSOCIAZIONE SYMMACHIA (realizzato nel 2015)
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