New wawe ed Italia, si ricongiungono nel capolavoro “Desaparecido” dei Litfiba

in Controcultura di

di Pietro Bonanno

L’Italia, notoriamente, non è mai stato un paese all’avanguardia in campo musicale, o perlomeno non lo è mai voluto essere.
Mentre nel resto d’Europa e in America, a cavallo fra la seconda metà degli anni ’70 e i primi anni ’80, si sviluppavano generi e sottogeneri che si presentavano come una risposta al punk (post-punk e new wave), nel Belpaese spopolavano le canzonette tipiche del festival sanremese.
Città come Firenze, Roma, Torino ed altri grandi centri urbani del resto d’Italia (compresa Catania) svilupparono produzioni indipendenti di musica alternativa, a causa della scarsa attenzione che le grandi etichette davano ai generi considerati “non popolari”.
A onor del vero, i gruppi alternative dell’epoca faticavano a comporre musica in lingua italiana, ritenendo quest’ultima inconciliabile con generi musicali come il rock.
Di conseguenza, data la scarsa diffusione, al tempo, dell’inglese, questi tipi di produzioni musicali avevano un pubblico di nicchia.
Nella mappatura della musica underground del tempo, Firenze si poneva come capitale della new wave italiana, grazie a gruppi come “Diaframma”, “Neon” e soprattutto “Litfiba”.
La formazione dei Litfiba dell’epoca era di prim’ordine: Ringo de Palma alla batteria, il “duca” Antonio Aiazzi alle tastiere, Gianni Maroccolo al basso (il più grande bassista italiano ogni epoca), Ghigo Renzulli alla chitarra e per finire un giovane Piero Pelù, forse il miglior interprete del ruolo di frontman che l’Italia abbia mai avuto.
Il 1985 è l’anno in cui la musica rock italiana cambia, esce il primo album dei Litfiba.
Esce Desaparecido.
Questo può essere considerato il primo album rock italiano a diffusione nazionale.
I testi, rigorosamente in italiano, risultano talvolta difficili da interpretare (il successivo “17 Re” raggiungerà l’apice di “misticità lirica” del gruppo fiorentino), e presentano spesso una carica quasi ascetica, ricca di riferimenti sociopolitici, diametralmente opposti ai testi faciloni che hanno contraddistinto i Litfiba da “El Diablo” in poi.
Al tempo, il duopolio Pelù/Renzulli non aveva ancora preso il sopravvento e tutto il gruppo prendeva parte alla scrittura e alla composizione di testi e musica.
Il ruolo di Maroccolo e di Aiazzi è fondamentale, diverse canzoni, infatti, sono rette dal contrapporsi di basso e tastiera, mentre il ruolo della chitarra, in brani dal tono più intimo, come “Pioggia di luce” o “Lulù e Marlene”, è limitato ad un mero cesellamento.
Il chitarrista avellinese, tuttavia, non è affatto un comprimario, anzi, l’opening di “Eroi nel Vento” è una scarica energica di stampo post-punk, con richiami alla The Edge, alla quale segue una vivacissima “La Preda”, in cui possiamo trovare Renzulli al suo massimo.
“Istanbul” si apre con il synth di Aiazzi, che ripete continuamente il giro di tastiere in salsa duraniana, e le linee dure del basso di Maroccolo.
Pelù considera Istanbul il simbolo dell’incontro mancato fra due culture: quella occidentale e quella orientale.
La passione per la cultura gitana di Pelù viene celebrata nella bellissima “Tziganata”, seguita da “Pioggia di luce”, brano di difficile interpretazione, anche a causa del fatto che, a detta di Pelù, è stata scritta “con l’aiuto costruttivo dell’acido lisergico, durante sedute psichedeliche organizzate con Ringo”.
Si arriva poi alla title track.
Il Pelù di “Desaparecido” è lontano dall’impostazione gigionesca che darà al suo canto dal 1989 in poi, risultando qui molto impostato e serioso, in pieno stile new wave.
Il cantante evidenzia la caducità dell’uomo che, a differenza di elementi immutabili come terra e acqua, tende a perdere facilmente la propria dignità e la propria personalità facilmente, come altrettanto facilmente i regimi militari sudamericani distruggevano le vite dei giovani desaparecidos.
Chiude l’album “Guerra”, il primo inno antimilitare dei Litfiba.
L’intro cupa in continuo divenire, il canto rabbioso di Pelù, il synth inquietante di Aiazzi, le linee aspre del basso di Maroccolo, la batteria dell’incessante Ringo e la chitarra vorticosa di Renzulli rendono questa canzone una delle più interessanti e sorprendenti dell’album.
Desaparecido è un album qualitativamente privo di critiche, dove l’unica nota dolente (forse la più importante) è la produzione, affidata ad Alberto Pirelli.
La durata dell’album è troppo esigua (34 minuti circa), nonostante i Litfiba avessero già composto una ventina di singoli di grande spessore (LunaVersante EstElettrica DanzaOnda Araba, Transea), che avrebbero sicuramente incrementato la già alta qualità del disco.
Oltre ad un’eccessiva scrematura dei brani, non fu particolarmente azzeccata la scelta della copertina, che con quei sassi, decade nel completo anonimato.
A causa di queste scelte discutibili, non furono pochi gli scontri fra Pirelli e Maroccolo, personaggio eccentrico, dal carattere molto forte, scontri che contribuiranno certamente all scioglimento della formazione originale dei Litfiba nel 1989.
Desaparecido è il primo album della cosiddetta “Trilogia del Potere” (Desaparecido, 17 Re, Litfiba 3), una stagione musicale che va dal 1985 al 1988, in cui la band fiorentina diventerà una delle migliori band new wave in Europa, se non la migliore.
I Litfiba riusciranno successivamente a superarsi con lo splendido album “17 Re”, apice della carriera della band fiorentina, per poi riconfermarsi con “Litfiba 3”.
Tuttavia dal 1989, in seguito alla morte per overdose del batterista Ringo De Palma, e alcune divergenze interne, la formazione originale si scioglierà, lasciando al duo Pelù/Renzulli la direzione dei lavori, con Maroccolo che prenderà una direzione diversa e Aiazzi declassato a semplice turnista durante i vari tour.
Paradossalmente il periodo più “frivolo” dei Litfiba(da “El Diablo” in poi), caratterizzato da un rock popolare/mediterraneo, sarà il periodo più fruttuoso in termini di apprezzamento da parte delle grandi masse della band.
Personalmente preferisco il Pelù, animale da palco, del CD/DVD live “12/5/87 Aprite i vostri occhi”, disco che per gli amanti dei Litfiba vecchio stampo, e in generale per gli amanti del dark anni ’80, è oggetto di cult.
Desaparecido è un disco originale, fresco, eterogeneo e con messaggi profondi che sicuramente entra a far parte delle pietre miliari della musica italiana.

“Non sarò eroe,
Non sarei stato mai.
Tradire e fuggire
È il ricordo che resterà.” (Eroi nel Vento)