“Presunte irregolarità al Comune”, il caso finisce in Parlamento. “Il Governo disponga ispezione”

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Avviare un’ispezione del Governo e disporre l’intervento del Prefetto sulle presunte e gravi irregolarità al Comune di Adrano.

E’ la richiesta che è stata formalizzata direttamente in Senato ai Ministri dell’Interno, della Semplificazione e della Pubblica Amministrazione e dell’Economia e delle Finanze, alla luce di un articolato documento che è stato presentato, lo scorso 12 marzo, dai senatori Antonio Scavone e Compagnone.

Il “caso Adrano”, quindi, finisce in Parlamento, mentre la “nuova” Giunta gattopardesca del sindaco Pippo Ferrante brinda e saluta l’ingresso di due “nuovi” assessori: Antonio Di Marzo e Paolo Politi, dopo l‘azzeramento degli ultimi giorni servito, a questo punto, semplicemente a cacciare due donne dalla Giunta, la prof.ssa Chiara Longo e la giovane Brenda Scarvaglieri.

Nella interrogazione presentata in Senato si fa riferimento, quasi in ordine cronologico, a tutte le varie vicende scottanti non solo del recente passato, ma anche del presente: la crisi igienico-sanitaria per i disagi nella raccolta dei rifiuti, l’attentato incendiario ai danni dell’automobile del Sindaco, nel luglio 2014, le concessioni edilizie in attesa di verifica da parte del Cru, i casi di abusivismo edilizio, fino ad arrivare alla mancata erogazione dell’energia elettrica in numerosi quartieri della città, molti dei quali ancora al buio, con innumerevoli disagi per i cittadini.

Un aspetto inquietante che si legge nel documento di Scavone e Compagnone riguarda il riferimento a “funzionari sotto processo presso il Tribunale di Catania per gare d’appalto truccate. Altri dirigenti sarebbero destinatari di avviso di garanzia per “frode in fornitura pubblica”.

La parte più consistente del duro intervento dei Senatori riguarda l’erogazione dell’energia elettrica e l’affidamento del servizio, mediante procedura diretta all’Enel Sole per 15 anni, avvenuto durante la Giunta del sindaco Fabio Mancuso (nel 2002), per un canone annuale di 2 milioni 274 mila euro. Ma per i senatori Scavone e Compagnone per diversi anni la Giunta avrebbe messo in bilancio soltanto 1 milione di euro. Quindi, la rimanente parte non prevista per l’Enel Sole sarebbe finita per un “fittizio avanzo di amministrazione”.

Lo scorso anno è stata l’Enel Sole a voler cessare il rapporto contrattuale, trovando il consenso del Comune di Adrano che, però, avrebbe chiesto tempo per l’individuazione di un nuovo operatore economico.

Insomma, un tema che rimane attualissimo, specialmente se legato ai conti del Comune e alle ultime vicende che hanno riguardato le diffide della Corte dei Conti sul Consuntivo 2013 e sui ritardi nell’approvazione del Bilancio di previsione 2014, avvenuto, con la nomina di un commissario ad acta della Regione, soltanto nel 2015.

Ad appesantire ancora di più il quadro economico dell’Ente sono i diversi solleciti di pagamento dell’Enel Sole per un importo di 4 milioni 804 mila euro: il giudice del Tribubale di Palermo ha concesso la provvisoria esecuzione del decreto ingiuntivo a favore della ditta, ma il Comune si sarebbe opposto.

Sempre secondo i Senatori, il conto finale del debito del Comune di Adrano nei confronti dell’Enel Sole ammonta a 11 milioni di euro. Ma, come detto, dal momento che il Comune di Adrano non avrebbe iscritto in bilancio, per diversi anni, la somma dovuta e prevista dal contratto, l’Ente si è esposto ad un debito fuori bilancio nei confronti di Enel Sole di 15 milioni di euro.

Ai Ministri del Governo Renzi vengono quindi poste delle questioni che portano dritte-dritte al possibile dissesto economico del Comune di Adrano, “evitato” dalla Giunta comunale attraverso “alterazioni” nell’imputazione di una spesa obbligatoria in bilancio per l’Enel Sole.

Da qui, la richiesta di un “intervento urgente” attraverso una ispezione al Comune di Adrano e la richiesta di far intervenire direttamente il Prefetto di Catania.