L’orologio segna le 12 del 2 novembre. A scandire il mezzogiorno della ricorrenza dei defunti sono sei colpi di pistola calibro 7.65 sparati davanti ad un panificio di viale Europa, a Biancavilla. Obiettivo è Giuseppe Mancari, 67 anni, che attendeva la moglie, al ritorno proprio dal panificio. Mancari, noto come “Pippu ‘u pipi”, ne esce illeso: ha la prontezza di ripararsi dietro la sua automobile, una Fiat Stilo. Ad aprire il fuoco sono stati in due, con caschi integrali, fuggiti da lì a breve su uno scooter Honda SH 300. Sembrerebbe che Mancari avesse tentato di inseguire i due.
L’interrogativo è uno: mano inesperta dei sicari o avvertimento di chiaro stampo mafioso? A ciò lavorano i Carabinieri che hanno sentito Mancari, la cui storia personale rimanda agli anni Ottanta, quando “U pipi” sarebbe stato reggente del clan biancavillese, con Giuseppe Longhitano “‘U zizzu”, ucciso a Paternò. Mancari ha scontato il carcere anche in regime di 41 bis per essere poi, da qualche anno, un sorvegliato speciale. Pare che l’uomo vivesse a Siena fino a poco tempo fa, quando poi ha scelto di tornare a Biancavilla per ragioni personali.
Rimane il fatto che il giallo di Biancavilla ha fatto ripiombare nella paura il centro abitato che, proprio lo scorso anno, ha assistito a due delitti a distanza di 48: prima Agatino Bivona e poi Nicola Gioco, senza contare almeno un altro omicidio sventato, così come emergerebbe dall’operazione “Garden”.
Una scia di sangue che è non sembra, quindi, fermarsi, dall’omicidio del boss Giuseppe Mazzaglia “Fifiddu” a bordo della sua mini-car nei pressi di via Stati Uniti d’America.
C’è da dire che Mancari, proprio all’indomani del fallito attentato, ha svolto la sua giornata in modo assolutamente normale: non si è fatto mancare neppure il caffè al chiosco.
* Foto “Biancavilla Oggi”