Ad Adrano e Biancavilla, esponenti di Centrodestra ai seggi
I capicorrente hanno mobilitato le truppe. Mogli, mariti, cognati, anziani accompagnati, cugini fino al terzo, quarto grado di parentela: tutti in fila per votare alle primarie del Partito Democratico, per la riabilitazione politica di Matteo Renzi dopo il fallimento del referendum costituzionale del 4 dicembre. Al voto, si stanno recando pure soggetti che, notoriamente, non c’entrano nulla con la sinistra: ad Adrano hanno votato assessori e consiglieri comunali riconducibili al partito di Angelino Alfano, a Biancavilla esponenti di Centrodestra stazionano nella sede del PD.
Intanto, in serata, l’ex premier tornerà alla guida del Partito Democratico, farà i proclami all’unità del partito, per poi staccare la spina al governo Gentiloni e puntare a Palazzo Chigi, questa volta passando dal voto popolare. Tutto è già scritto, Renzi è sicuro di superare la soglia del 50% per essere immediatamente incoronato segretario. Dietro di lui, ci saranno i due sfidanti, nell’ordine di arrivo: Andrea Orlando, che incarna il mondo anti-renziano della sinistra, e, poi, Michele Emiliano che cercherà di strappare al leader una sfilza di posti nelle liste per le prossime elezioni, in cui troverà collocazione qualche fedelissimo del presidente della Regione, Crocetta.
Al di là delle prospettive nazionali del PD, a recitare un ruolo da protagonista nella farsa delle primarie sarà la Sicilia che – vedrete – farà registrare il boom in termini di partecipazione “libera e democratica” ai seggi. A Catania sono state stampate 40 mila schede, ma c’è chi è pronto a scommettere – o ad investire, fate voti – che non basteranno e bisognerà ricorrere alle fotocopiatrici. Numeri da capogiro, alle falde dell’Etna, con un PD che avrà più voti alle primarie che alle vere elezioni. Catania e i Comuni della provincia hanno sempre sonoramente bocciato il Partito Democratico, relegandolo a percentuali ridicole, con una classe dirigente mediocre e una dirigenza politicamente vergognosa e indecente, proprio come quella attuale.
Intanto, i numeri contano: a Biancavilla e ad Adrano hanno già votato più di 500 elettori. Un vero investimento – politico, si intende – con una flotta di soggetti politici di tutti gli schieramenti che devono dare (incomprensibili) “segnali” della loro esistenza e consistenza al capocorrente, al deputato di turno, fino a ridursi in campo strettamente locale per cercare di ritagliarsi un posto al sole. Ai politici di professione, si associano riciclati, trombati, affamati di ruoli e di poltrone, gente che non prenderebbe un voto nel proprio condominio.
E’ questo il gioco perverso delle primarie, il trionfo della inutilità, un becero strumento di ipocrisia, spacciato per democratico: altro che “sole dell’avvenire”.