di Calogero Rapisarda
Come è ormai a tutti noto ad Adrano è stato approvato il ricorso alla Procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Con l’obiettivo, in dieci anni, di riuscire a far fronte ad un debito di circa 42 milioni di euro e quindi evitare il dissesto finanziario. Per i cittadini cosa cambia? Semplice: vengono aumentate tutte le tasse e contemporaneamente diminuiscono i servizi offerti, anche se la colpa di tale debito non è di certo attribuibile a loro, anzi.
Non bisogna però aspettare dieci anni per rendersi conto di questo, basta fare attenzione ad un esempio lampante che ha inciso sulla vita quotidiana di molti: l’aumento di tutte le tariffe per l’utilizzo delle strutture sportive comunali. Tariffe aumentate fino al 400% oltre che per le Associazioni Sportive che usufruiscono di quegli spazi, anche e soprattutto per i privati cittadini che utilizzano la pista di atletica presso lo stadio dell’Etna e i campetti da tennis in via San Leo.
Per quanto riguarda la pista di atletica, va detto che il 6 febbraio del 2014 la giunta comunale, su proposta dell’allora assessore allo Sport Maurizio Zignale a cui va riconosciuto il merito, attuava una riduzione delle tariffe da 50 euro annuali a 40 euro con una diminuzione del 50% (20 euro) per gli studenti o per chi si abbonava insieme ad un altro componente dello stesso nucleo familiare. Ciò avveniva – si legge nella stessa delibera – “al fine di rendere maggiormente fruibile da parte dei cittadini la pista di atletica leggera”. La giunta attuale invece avrà perso di vista questo fine ed infatti, con la delibera 190 dell’1 dicembre 2016, ha aumentato del 300% (no, non è uno scherzo) la tariffa in questione. Si è passati da 40 euro a 120 euro annuali. Si avete capito bene, CENTOVENTI EURO.
L’aumento delle tariffe che ha interessato i privati cittadini, come anticipato, è stato deciso anche per l’utilizzo dei campetti da tennis siti in via San Leo. Prima di tale aumento attuato sempre con la delibera sopracitata, era necessario pagare 3 euro per passare un’ora all’insegna dello sport e del divertimento (cosa già rara ad Adrano), ora invece si è costretti a pagare 12 euro l’ora (aumento del 400%). Dunque, giocando una sola ora alla settimana, in un anno si arriverebbe a spendere circa 600 euro, manco se stessimo calpestando il miglior campo da tennis della Sicilia. Senza contare che i pochi fortunati che possono permettersi queste tariffe, per affittare il campo devono necessariamente recarsi al comune durante l’orario di apertura degli uffici, cosa già difficoltosa di per sé per chi la mattina lavora (condizione necessaria visti i prezzi praticati) o studia.
Insomma ad Adrano non si fa niente per incentivare lo sport, anzi si fa di tutto per ucciderlo. Peraltro per motivazioni del tutto insensate. Perché se l’obiettivo dell’amministrazione era quello di aumentare le entrate per risanare le casse comunali, hanno fatto i conti male. Non ci vuole certo un economo per sapere che all’aumentare del prezzo diminuisce la richiesta del servizio e che di conseguenza non si ha alcun maggior ricavo. Per esempio, in quanti tra i vecchi abbonati avranno la possibilità di sborsare 120 euro per correre presso lo stadio dell’Etna? E tra quelli che hanno questa possibilità, in quanti sceglieranno la struttura comunale sapendo che con lo stesso prezzo possono fare un abbonamento in palestra? Questa è la prova provata che le decisioni prese da questa amministrazioni spesso non sono accompagnate da un ragionamento logico.
A questo punto vi starete chiedendo chi sono coloro che hanno deciso tale aumento. La risposta la trovate nell’immagine nella stessa delibera: il giorno della sua approvazione i componenti della giunta comunale erano tutti presenti. Tra questi, inevitabilmente, spiccano i nomi del sindaco Giuseppe Ferrante e dell’assessore allo Sport, nonché vicesindaco, Vincenzo Calambrogio.
Sono loro ad aver decretato la morte dello sport ad Adrano.
Di Ferrante ormai non ci sorprende più nulla, ma da un professore di educazione fisica, quale è Calambrogio, ci attendevamo un’attenzione diversa, visto che dovrebbe sapere – il condizionale è d’obbligo – che lo sport è l’unico serio investimento sociale indirizzato ai giovani che riesce a garantire una crescita culturale costante. La domanda sorge spontanea: ma a questi amministratori interessa davvero dei cittadini adranitI? A noi sembra di no.
L’INDIGNAZIONE SUL WEB, INTERVENTI DEGLI SPORTIVI
L’articolo di Calogero Rapisarda ha acceso il dibattito sui social network: su Facebook, tra migliaia di visualizzazioni e decine di condivisioni e commenti, diversi sportivi hanno lasciato la loro testimonianza diretta, tra sgomento e indignazione generale per la scelta del sindaco Ferrante e del vicesindaco Calambrogio di aumentare le tariffe per la fruizione degli impianti sportivi. Abbiamo ritenuto utile pubblicare alcuni tra gli interventi più significativi firmati da Francesca Grigorio, atleta di fama e vincitrice in diverse competizioni, Antonino Schilirò del gruppo Tennis. Redazione Symmachia.it
“Io – scrive l’avvocato Grigorio nella pagina Facebook di “Symmachia” – corro al campo ad Adrano da più di 30 anni, quando lo Stadio dell’Etna neppure esisteva: noi sportivi pulivamo un percorso di circa 400 metri, tagliavamo l’erba. Quando nel 2004 è stata inaugurata la pista, pensavamo ad un sogno durato solo pochissimi anni. Oggi la pista è chiusa, il campo disastrato, docce inaccessibili e senza acqua calda, luci a ritmi alternati e prezzi da paura“, scrive Francesca Grigorio. “Noi sportivi dobbiamo pagare 240 mila euro senza alcun servizio, soltanto per l’accesso al campo! Non ci sono gli strumenti per allenarci per la corsa ad ostacoli, non ci sono i materassi per fare il salto in alto, non c’è la buca idonea per fare il salto in lungo, il salto con l’asta manco a parlarne; mancano le pedane dei lanci, le siepi inesistenti. Perchè pagare? La risposta che mi è stata data – scrive l’avvocato Grigorio – è: “dobbiamo fare cassa” E pensare che volevamo avviare l’atletica al settore giovanile: sono passati trent’anni e stiamo peggio di prima”.
“12 euro l’ora nemmeno a Wimbledon! Lo sport pubblico deve essere gratuito”, è il commento di Andrea La Mela.
Per Antonino Schilirò, tra gli appassionati di tennis, ad Adrano, “nei campetti di san Leo, si era creato un bel movimento tennistico, grazie alla scuola tennis ma penso che con quest’ultima (sparata) dell’amministrazione abbiamo toccato il fondo, anche a livello sportivo”. Schilirò aggiunge: “dopo che hanno speso tantissimi soldi per la struttura, se continuano a lasciarla così com’è adesso, con tanti pannelli staccati, la ritroveremo a girare come una mongolfiera nel nostro paese. Vergogna”.