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Notizie dal territorio

GETTONOPOLI: ecco spiegato il sistema commissioni

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Lasciate stare l’amore per la città, lasciate stare il “metterci la faccia”, “fare qualcosa per la gente”. Il gettone. Eccolo il motivo che smuove la corsa ai 24 posti in consiglio comunale. Uno stipendio vero e proprio che mensilmente i consiglieri si intascano attraverso un sistema ben architettato, creato senza farsi scrupoli. Prima di spiegare come funziona tale sistema bisogna precisare che:

  • ogni consigliere fa parte di due commissioni;
  • in totale le commissioni sono 6 e sono presiedute da 6 diversi consiglieri;
  • ogni commissione viene convocata dal presidente tutte le volte che lo ritiene necessario;
  • la presenza del singolo consigliere ad ognuna delle diverse riunioni di commissione vale un gettone da 33,50€, ma è necessario che il consigliere partecipi ad almeno la metà dell’intera durata della riunione (potendo liberamente arrivare in ritardo o andarsene in anticipo).

L’escamotage per arraffare il più possibile è il seguente.

Innanzitutto il presidente di commissione non convoca la riunione solo quando è strettamente necessario, ma la convoca a prescindere. La dimostrazione è data dal fatto che il presidente con un solo atto, con un solo avviso, con un solo Ordine del Giorno, convoca diverse riunioni per tanti giorni consecutivi. Eccovi un esempio:

Come si vede nell’immagine, il presidente ha convocato, in una volta sola, 4 diverse riunioni per parlare sempre della stessa cosa. La domanda sorge spontanea: come fa il presidente a sapere che l’Ordine del Giorno non venga discusso ed esaurito in una sola riunione? La risposta è semplice: la riunione di commissione dura quasi sempre meno di un’ora. Così, per esempio, un lavoro che potrebbe essere fatto in una commissione di due ore, viene svolto in due o tre riunioni di brevissima durata; di conseguenza ogni consigliere invece di intascare un solo gettone ne intasca due o tre. Ovviamente il nostro è solo un esempio, perché la realtà è ancora più drammatica. Basti pensare che la stessa commissione, da febbraio a maggio, ha fatto decine e decine di riunioni sempre con lo stesso ordine del giorno, come risulta facile da capire dalle convocazioni di fine aprile:

Come è facile notare questa seconda immagine è la fotocopia della prima, a cambiare sono solo le date di convocazione e il numero (addirittura in questo caso con un solo avviso vengono convocate sei diverse riunioni). Ovviamente questo non vale solo per la prima commissione, ma lo schema si ripete anche per le altre cinque.

Convocazioni multiple, sempre con lo stesso ordine del giorno e riunioni brevissime sono quindi gli ingredienti di questo scandaloso sistema che permette ai consiglieri di intascarsi fino al tetto massimo di 962 euro mensili. Risultati? Zero. In mesi e mesi di riunioni sono pochi gli atti prodotti dalle commissioni e sembrerebbe che uno solo alla fine sia stato approvato: ci riferiamo al regolamento del Consiglio Comunale e delle Commissioni, la cui modifica prevede “più gettoni per tutti”. Prima della modifica era previsto che durante il consiglio comunale il gettone spettasse ai consiglieri presenti solo se si fosse proceduto ad almeno una votazione. Poiché non tutti i Consigli Comunali finiscono con una votazione, i nostri cari consiglieri hanno pensato bene di rettificare il regolamento e auto-attribuirsi il gettone in ogni caso, come se già quello che percepiscono grazie alle commissioni non è abbastanza. Ma non è tutto: alcuni consiglieri hanno proposto di modificare ulteriormente tale regolamento, prevedendo la possibilità per ogni consigliere di far parte fino a tre commissioni (anziché due, come avviene oggi). Questo emendamento comporterebbe, ancora una volta, più riunioni per ciascuno e più gettoni.
Alla faccia del pudore. 

Bisogna inoltre segnalare che il sistema da noi descritto risulta essere ancora più scandaloso di quel che si immagina, infatti i consiglieri spesso e volentieri entrano in ritardo e/o escono in anticipo dalla riunione. Così se una commissione dura 50 minuti, alcuni consiglieri vi partecipano anche solo per 25 minuti e comunque intascano il gettone di 33,50 Euro.

A questo punto ci siamo fatti una domanda: ma quanto guadagnano i singoli consiglieri per ogni ora di lavoro svolta all’interno di queste commissioni?

La risposta è sorprendente, ma per conoscerla dovrete aspettare ancora qualche giorno.

Né con gli uni, nè con gli altri. Per non essere complici.

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di Antonio Cacioppo

Il diritto al voto è una delle conquiste più importanti della nostra storia, l’esercizio del voto è un dovere morale sancito dalla Costituzione. In una comunità come la nostra, lo spessore della democrazia si misura sul senso di appartenenza a delle idee e alla fiducia nei riguardi di alcune persone, il tutto poi dovrebbe tradursi in partecipazione, in voto.

Quindi il voto è un dovere morale, ma non è un dovere assoluto. Prendiamo come esempio il sistema elettorale per l’elezione del sindaco e poniamo il caso che al ballottaggio arrivino due candidati di cui non si condivide niente, come ci si dovrebbe comportare? Qualcuno potrebbe invitare a votare il “meno peggio“, ma lo abbiamo già fatto nel 2013 con risultati catastrofici, quindi la soluzione più coerente, a nostro avviso, è astenersi.

La “sacralità” del voto ha avuto un senso in una fase storica di riconquista della libertà, ma ora non andare a votare diventa un principio morale, quando l’offerta politica a disposizione non ti aggrada. Chi vuole testimoniare il primato della politica sugli interessi economici ha tutto il diritto di astenersi, anche per non essere complice.
Per noi, sottolineo per noi, andare a votare significherebbe ferire Adrano, significherebbe perdere la memoria di sé, diventare stranieri in patria, nemici di se stessi.

Qualcuno deve avere il compito di ridestare la memoria, di testimoniare il fatto che ci sono principi non negoziabili. Inoltre la partecipazione alla vita politica si può fare anche fuori dalle istituzioni. Quindi è giusto e sacrosanto astenersi quando pensi che niente e nessuno potrebbe rappresentarti perché lontani mille miglia dall’idea che noi abbiamo di Politica:

  • Per noi la politica è passione autentica e tensione etica, senso di giustizia;
  • Per noi la politica è la convinzione che le cose possono cambiare in meglio;
  • Per noi la politica è convincere all’azione;
  • Per noi la politica è la più alta tra le attività umane, intesa come servizio per la propria comunità;
  • Per noi la politica è rialzarsi dopo la sconfitta e non arrendersi mai alla disperazione;
  • Per noi la politica è la capacità di testimoniare valori e tramandarli ad un’altra generazione;
  • Per noi la politica è la consapevolezza e la volontà di far prevalere l’interesse generale agli appetiti personali, l’onestà alla disonestà, la competenza ai privilegi;

Conseguentemente sul piano strettamente etico questo ci obbliga a non poter votare:

  • per chi  ha fatto del trasformismo politico il suo stile di vita;
  • per chi vuol fare la vittima dopo aver vittimizzato gli altri;
  • per chi fa della intimidazione il proprio marchio di fabbrica;
  • per chi fa fare la gara ai suoi amici a chi è più servo;
  • per chi ha un posto di lavoro grazie alla politica;
  • per chi ha la fissa del P.R.G. e dei piani di lottizzazione;
  • per chi promette posti di lavoro o favori;
  • per chi ha aderito a tutti i partiti politici dopo averli disprezzati;
  • per chi fa politica perché affarista;
  • per chi poi ci costringerà ad esclamare: “Adrano ha la classe politica che si merita”;
  • per chi si circonda di adulatori;
  • per chi è forte con i deboli e codino con i potenti;
  • per chi ha fatto la sceneggiata facendo finta di litigare per poi ricongiungersi per aggrapparsi al potere;
  • Per chi “mai con Aldo”-“mai con Angelo”, per poi ringoiarsi tutto, come se la parola data non avesse alcun significato.

Qualcuno può negare che questo non sia lo specchio fedele di buona parte della politica adranita? Qualcuno può negare che in questa città esistano uomini che hanno fatto della politica mercimonio ed altri il loro mestiere?

Politici portatori di interessi personali che si ostinano a fare gli ecumenici, sempre a parole, pronti per gli altri, sempre a favore del territorio, ma in realtà, sono più semplicemente, ladri di democrazia, predoni degli ultimi, strumentalizzatori di chi ha bisogno.
Malgrado questo hanno la faccia tosta di riproporsi sempre, ab aeternum, in maniera compulsiva, alcuni anche a distanza di 30 anni.

Assoluto rispetto per chi andrà a votare, ma si chiede altrettanto rispetto per chi deciderà di non andare, specie quando questa decisione viene resa pubblica ed è espressione di chi ha fatto dell’impegno civico la propria bandiera.

A proposito del triangolo della morte. Ai miei paesi: Adrano, Biancavilla, Paternò.

in Adrano/Bacheca/Blog/Controcultura/Gisella Torrisi di

di Gisella Torrisi

Cosa posso fare? Me lo chiedo da sempre, me lo chiedo ogni giorno appena sveglia. Se prima la rabbia, l’indignazione e la speranza erano il solo motore di reazione contro questa nera realtà, ora mi rendo conto che era un modo di agire sbagliato in cui si lascia spazio a quel Giudice severo che umilia la Vittima impaurita; è tutto un processo narcisistico dove si vede la perfezione dei principi opprimere la mente che invece vorrebbe solo imparare. È questa l’educazione che ci hanno dato: punizione, repressione, catalogazione ma tutto ciò è vecchio, limitante, sofferente e assassino.

E’ giusto credere nella lealtà, nel progresso, nella legalità, nell’imprenditoria dei principi del “buon padre di famiglia”… non continuo, questa lista perbenista la conosciamo in tanti. Sono stanca di sentirmi dire: lottiamo contro, lottiamo per, lottiamo… quanta ipocrisia? Il Giudice interiore si diverte a seviziarci e allora? Sensi di colpa a sottrarci il sonno.

È giusto, invece, credere che sbagliare oggi è l’unico sintomo di autenticità. Torniamo liberi. Sbagliamo e rendiamocene conto, lottiamo contro i nostri schemi mentali; liberiamo queste povere membra piegate. Volete veramente sprecare questa vita e morire di paura? Morire con la paura di essere stuprata, morire con la paura di essere rapinato, morire con la paura di non trovare lavoro; magari non avverrà mai ma in tanto questi schemi mentali ci portano a fare scelte che allo Stato piacciono tanto. Perché poi scendiamo senza far rumore in compromessi che per la maggior parte di noi sono normalità. “Non andrò a lavorare in quel quartiere, troppi immigranti. (Mi stuprano, derubano e chissà cos’altro.)” “Sì, non pubblicherò questo articolo perché mi hanno già avvisato e se perdo questo lavoro non ne troverò di certo un altro migliore.” “Va bene, do l’esame all’università senza neanche esprimere il mio parere sennò non lo convalido con il voto che vorrebbero i miei.” “No, non mi avvicino al piccolo bambino rumeno che è caduto per strada, potrebbe essere una trappola.” “Sono contro il femminicidio. Oh mio dio guarda quella che sta con un uomo sposato! Per alcune servirebbe una buona scarica di botte.”

Quante volte abbiamo sentito queste frasi? Quante volte le abbiamo pronunciate? Quante volte ci siamo solo arrabbiati? Di paura soffriamo tutti. Lavoriamo per rendere la nostra vita sicura e facciamo sempre la scelta più sicura. Lavoriamo, paghiamo le tasse, mettiamo al mondo figli e gli passiamo la solita vecchia e fallace morale: sii prudente. No, figlio mio, sii folle. Senti, vivi, ascolta e non fermarti davanti le apparenze. Prendi la tua rabbia e trasformala in energia positiva, tu puoi essere quello che vuoi e quello che vuoi è dato da ciò che senti, da ciò che vorresti fare. Non urlare contro a chi ti dice che gli immigrati ci portano via il lavoro, non difendere le tue idee con la loro stessa arma. Sorridi, fai esempi, cerca il dialogo ma soprattutto scopri quale paura ci sia dietro chi ti parla con quel solito volto teso, severo.

Sbagliare significa esperire la realtà per crescere, chi non sbaglia non cresce. Oggi e colui che giudica e continua a subire il giudizio rimane in un vicolo cieco e non si accorge di stare solo fermo in una strada inerte e senza sbocco. Ci vogliono a destra, a sinistra, pro e contro, al sud e al nord, ci vogliono giusti e arrabbiati, ci vogliono contro gli immigranti, contro gli uomini per essere donne, suddivisori di violenze per catalogo. Oggi si parlerà di stupro o di rapina? Quale notizia serve passare? Ricordare che la Mafia si trova in piccoli paesi di provincia? Sì, parliamo di quei relitti di società che si trovano in quella brutta provincia Catanese

che versa lacrime e sogni, che vuole un po’ di pace, che cerca una nuova rinascita.

Ma non lo vedete che siamo tutti brutti, spaventati, cattivi come dei bambini lasciati a bocca aperta? Che litigano fra di loro e non contro chi li opprime? Che parliamo con occhi pieni di pianto e digrignamo un volto di un adulto mai svezzato? Ma non lo vedete che abbiamo costruito un sistema che non si riesce a fermare? Più stiamo dentro questo schema di paura e più lui prende le nostre energie e gira e ci rigira e non si ferma.

Scendiamo da questo treno, partiamo dall’accettarci, partiamo dall’ascolto. ASCOLTIAMOCI. Io non sono solo contro la Mafia, sono in primis contro lo Stato. Questo Stato vecchio pieno di una morale apparente e con un vuoto dentro a divorarne l’esistenza. Una realtà fatta di finti adulti che rimproverano con volti grigi.

Io sono per uno Stato nuovo, quello che forse ancora non riuscite a vedere ma che si sta schiudendo, uno Stato consapevole e che ha smesso di rimproverarsi e ha iniziato a sorridersi e dire: abbiamo provato così e non ci siamo riusciti, proviamo così e vediamo se questa è la nostra strada, sperimentiamo a favore di questa logicità d’azione, sperimentiamo a favore della libertà.

Io non mi schiero contro i miei paesi, io mi schiero contro quella parte di me egoista che si vuol sentire migliore, io mi schiero contro quella parte di me qualunquista che si siede a tavola e fa la sua morale, io mi schiero contro il vecchio modo di pensare. Io l’abbraccio e gli dico: basta stare dalla parte della ragione, è ora di stare dalla parte del Vero. Sapete benissimo cosa fa la democrazia informativa, lo sappiamo tutti: mette i poveri contro i poveri. Io non credo alla tv, l’ho spenta a quattordici anni e se oggi mi capita di vederla capisco che quello è spettacolo, è business e non solo: non è la mia realtà. Quella realtà che ha bisogno di persone competenti, positive, dinamiche e che non hanno paura.

Io rivoglio il mio potere personale e me lo riprendo giorno dopo giorno, guerra dopo guerra. E voi cosa aspettate? Spero che i miei fratelli là fuori, quelli “bravi” della parrocchia, quelli stanchi, quelli che “penso a me tanto non cambia niente”, quelli che “è colpa dei genitori”, quelli che “i giovani d’oggi”, quelli brutti della “vanedda”, quelli in carcere, quelli malati, quelli umiliati, quelli che “guarda quello”, quelli costretti lontani dalla sua terra, quelli “pentiti”, quelli che si pentiranno, quelli che sognano, quelli che ci credono… spero che tutti noi possiamo riavere questa grande capacità di scelta:

cantare fuori dal coro, tornare al Vero e comprendere il Falso.

Questo non è un triangolo di morte, questo è un triangolo di Rinascita se solo tu ci credi. Io e tanti altri ci crediamo, Symmachia ci crede.

Calogero Rapisarda è il nuovo presidente di Symmachia

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L’Associazione Culturale Symmachia ha un nuovo presidente: è Calogero Rapisarda, 24 anni, universitario, tra i primissimi ad aver dato vita, nel dicembre 2009, alla realtà associativa che abbraccia Adrano e Biancavilla.

L’elezione è avvenuta, all’unanimità, durante l’assemblea dell’associazione di sabato sera, nella sede di piazza Umberto, su iniziativa della prof.ssa Angela Anzalone che ha concluso il suo secondo mandato alla guida di Symmachia. E’ stata proprio la prof.ssa Anzalone, nel suo intervento, a proporre il nome di Rapisarda, indicato – a detta di tutti – come risorsa importante per Symmachia e per il mondo giovanile del territorio, considerate le iniziative e le attività portate avanti sempre con determinazione e passione, per far crescere la “squadra” Symmachia. Un team, appunto, che, in questi anni, ha saputo mantenere la barra dritta, proponendo diverse battaglie, condivise sempre con i cittadini, a cominciare dai più giovani. Al di là dei nuovi importanti giovani innesti, Symmachia continua a mettere insieme diverse personalità del mondo culturale, sociale, sindacale, professionisti e artigiani. E’ questo il segreto di Symmachia, una realtà che – come ha scritto proprio il neo presidente Rapisarda, per inaugurare questo progetto editoriale – si contraddistingue per rappresentare una “alleanza paritaria tra diverse generazioni, diverse idee, diversi temperamenti”, un’alleanza che si rinnova.

Nel corso della riunione, il presidente Rapisarda ha proposto anche la squadra che lo affiancherà da qui ai prossimi anni. A cominciare dalla vicepresidente, Pamela Farinato e ancora Emanuele Alì economo, Pietro Santangelo segretario. Tra i componenti del Consiglio direttivo: Angelo Pignataro, Giovanni Lucifora, Vincenzo Russo, Loredana Papotto, Pietro Bonanno, Maria Agata Salamone, Andrea Mammoliti, Giuseppe Foco, Nino Lombardo, Chiara Carrà, Giorgia Giacalone. Sara Ricca sarà la responsabile per le Attività artistiche, Gisella Torrisi per le Iniziative culturali, Emanuele Scandura per Scuola e Diritto allo Studio, Antonio Cacioppo sarà il coordinatore politico. All’incontro di ieri erano presenti pure i consiglieri comunali del gruppo “Symmachia” Carmelo Salanitro e Pietro Franco.

Torna il periodico Symmachia con una lettera aperta: 2000 copie già a ruba.
DOMANI SARA’ ON LINE

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Circa 2000 copie sono state distribuite, in più riprese, questa mattina, domenica 26 giugno, nelle edicole, circoli ricreativi, bar e in diversi quartieri in cui ne è stata fatta richiesta. L’edizione cartacea del periodico d’informazione “Symmachia” è tornato ed è andato a ruba, anche per i recenti fatti legati a quello che, proprio Symmachia, ha ribattezzato come il “salsiccia-gate”, il video pubblicato su Facebook in cui due consiglieri comunali, Enzo Maccarrone (dimessosi giovedì scorso) e Agnese Alberio (attualmente in carica) si inquadravano e sbeffeggiavano i lavoratori precari del Comune, in sciopero della fame e in agitazione per il mancato pagamento delle 5 mensilità di stipendio arretrate.

Gli articoli sulla vicenda sono firmati dal giornalista Nicola Savoca, dal professore Antonio Cacioppo e dal vicepresidente di Symmachia Calogero Rapisarda, con una ulteriore pagina con le prese di posizione più significative dello tsunami di considerazioni e opinioni che sono state pubblicate: Cgil, Uil, Confintesa, Libera Impresa, alle quali si aggiunge quella dell’associazione di Protezione Civile, diffusa ieri per chiedere le dimissioni della consigliera Alberio.

E proprio ad Agnese Aberio è dedicata una lettera aperta inserita in allegato al giornale. 

Tra le altre firme di questa edizione: Alfio Pelleriti, Giovanni Liotta, Vincenzo Russo, Nicola Savoca, Luciana Putrino, Ludovico Vitale, Beatrice Donato, Gisella Torrisi.

DA DOMANI, LUNEDI’ 27 GIUGNO, IL GIORNALE SARA’ ON LINE.

copertina

Associazione Symmachia, domenica si inaugura sede di piazza Umberto con Nello Musumeci

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Verrà inaugurata domenica, 8 maggio, alle ore 18, in piazza Umberto, ad Adrano, la nuova sede dell’Associazione Culturale Symmachia Adrano e Biancavilla. A fare gli onori di casa, la presidente dell’associazione, la prof.ssa Angela Anzalone che accoglierà il presidente della Commissione Regionale Antimafia, on. Nello Musumeci. 

Tra i presenti anche il sindaco di Biancavilla Pippo Glorioso, i componenti del gruppo consiliare “Symmachia” al Comune di Adrano Pietro Franco e Carmelo Salanitro e rappresentanti delle associazioni, dei gruppi e delle istituzioni.

Sarà un appuntamento che segnerà il rilancio delle iniziative e delle attività dell’associazione che fornirà ai cittadini un punto di riferimento in cui elaborare una proposta di città, seria e innovativa, oltre che mettere in campo idee e proposte per il territorio. Sarà luogo anche per corsi di formazione civica e politica per giovani, per le riunioni di Redazione della testata giornalistica e di Symmachia.it, per i laboratori di politica, musica, fotografia, teatro, arte e gli sportelli informativi per giovani e adulti su Scuola, Università, Agricoltura e Opportunità con bandi e finanziamenti comunitari, grazie al supporto della struttura della Uil di Adrano e di diversi esperti del settore che metteranno a disposizione della comunità le proprie competenze.

Durante la cerimonia, verrà presentato il laboratorio teatrale di Symmachia con la rappresentazione “Non siamo soli”.

Sulla strada dell’identità sociale; storia di un cammino individuale

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Il 23 aprile, per la Giornata mondiale del Libro e del Diritto d’Autore, la biblioteca comunale “Gerardo Sangiorgio” di Biancavilla diventa salotto letterario, ma anche palcoscenico e nonché cuore pulsante di un riscatto culturale che va dalle pagine di un libro fino alle ali che librano la mente.

Chi legge vola! E’ questo lo slogan con cui inizia la giornata, con un innovativo flash mob letterario.

Sono le ore 18:00 e nel cortile un sole antico illumina il pomeriggio che si schiude davanti alle parole dei primi presenti ,tra cui dei poeti del paese. La dott.ssa Margherita Messina, consulente alla cultura, in un breve colloquio, pieno di entusiasmo, racconta le attività svoltesi durante la mattinata, in cui i protagonisti principali sono stati i ragazzi e gli insegnanti dell’istituto Branchina di Adrano e dei licei di Scienze Umane ed Industriale di Biancavilla. Vari momenti si sono susseguiti: dalle visite narrate alla rappresentazione di grandi classici con Pippo Ventura, con la proiezione finale di un video realizzato dai ragazzi del liceo, con l’aiuto della prof.ssa Giuseppina Rasà, dal titolo “I nemici dei libri”, per ricordare che spesso il potere dell’informazione (soprattutto oggi, aggiungerei) veicola la verità per nasconderla, occultandone così gli scritti di coloro che vengono considerati scomodi, nel video si ricordano ad esempio: Peppino impastato,Giuseppe Fava e altri ancora. La dott.ssa Messina ringrazia anche la prof.ssa Elsa Sangiorgio e la consulente all’istruzione Rosanna Bonanno, e aggiunge:

“ho deciso di chiedere a Cinzia Sciuto di essere presente in questo giorno, perché oltre al suo essere solare e emblema di sicilianità,è anche coinvolgente, e sono sicura che con il suo calore e la sua devozione alla cultura ci emozionerà.”

Sono le 18:45, classico quarto d’ora accademico, inizia l’incontro con l’autrice, esordisce facendo presente che non ha preparato alcuna scaletta e che leggendo, cantando e intrattenendosi con il pubblico costruirà lo spettacolo poetico-musicale.

Ecco il senso interiore di lettura: leggere è ricercarsi, dopo essere stati scritti da colore che, in stati di coscienza elevata, hanno visto la propria strada;

cancia lu ventu, come direbbe la prima silloge poetica che contiene anche un cd “Nel segno di Rosa” (tradizioni etnomusicali) della cantautrice Cinzia Sciuto, ospite d’onore in questo giorno di introspezione e memoria. Tre sono le dimensioni che si avvolgeranno: l’io dell’autore presente, l’io degli autori passati (dei canti di tradizione siciliana) e l’io degli ascoltatori.

Ricuciamo la scaletta della serata, riportando alcuni versi dalla silloge di Cinzia Sciuto:

La prima poesia è l’omonima del libro; Cancia lu ventu ha un significa profondo che riguarda il viaggio in senso metafisico, all’interno della riscoperta di vivere non l’individualismo della nostra realtà psicologia, ma la consapevolezza di abitare una terra, che poi sarebbe: la terra, per Cinzia. Si sottolinea l’importanza di ritrovare il proprio cammino interiore, inoltre, in quei versi si legge l’amore di fiamme che Cinzia ha per la propria isola

Cancia lu ventu,
e si porta d’appressu la me vita
pp’abbuffuniari la morte.

Morte in riferimento all’anima, spesa senza aver trovato la chiave per quella porta ,che una volta aperta dà passione e quiete, in quegli alti e bassi mai stonati.

La seconda poesia che segue è Petra dopu petra ed è un je accuse verso la criminalità e verso quella politica che costringe ancora la Sicilia in ginocchio.

Le emozioni non si possono vedere, ma insieme all’autrice siamo riusciti a toccarle. Quando Cinzia iniziò a narrare del pavimento in cui i lavoratori stagionali, per vendemmia o per la raccolta delle olive, appoggiavano le calde membra innamorate, anche noi abbiamo sentito lo stesso gelo che contrastava il rossore della nostra guancia. Pensando all’innamorata che dormiva sullo stesso pavimento, ma in un angolo diverso del magazzino che li ospitava, si cantava, la seconda canzone non in scaletta: mi votu e mi rivoto. All’improvviso eccoci nei campi, col sole alto a mezzogiorno, portare sacchi pesanti sulla schiena e dare il nostro canto in preghiera a Sant’Agata. Dopo questo secondo canto, Cinzia decide di cantare una dolce ninna nanna che coinvolge il pubblico in maniera più diretta, oltre ad emozionarlo: La Siminzina. Tutti i presenti hanno occhi commossi e felici, forse perché sono riusciti a tornare bambini.

Gli interventi del pubblico si fanno caldi, tutti hanno capito di essere in viaggio, Cinzia si dimostra un’ottima operatrice turistica, ops, onirica. Segue un’altra poesia: t’aspittava, i versi che la concludono credo che non abbiano bisogno di essere spiegati.

Cci nciumai vesti novi all’anima nuda,
e t’accuminciai a circari
ppi li vaneddi spirduti di lu cori.

13081986_10206001810473634_981329707_nQuella rabbia che troviamo nelle prime poesie lascia spazio all’azione, si trasforma in energia positiva e la porta a cambiare se stessa, giorno dopo giorno, per riuscire a cambiare la sua amata terra. Non serve lamentarsi, o ancora più stupidamente, pensare che nulla possa cambiare ed ecco altre due poesie: figghi e fermiti. La prima riconosce che non tutti hanno quell’amore che serve a cambiare la Sicilia e non è vero che tutti i figli amano la propria madre, la propria terra. La maggioranza vive una vita frenetica, la società ci offre zero rimedi e troppi inganni, il secondo testo si rivolge dunque a quella maggioranza e con un imperativo categorico (direbbe Kant) li obbliga quasi a fermarsi a riflettere dopo avergli messo davanti bellezza e dolore.

Seguirà ancora u cantu di lu carrittieri, che con il suo carretto siciliano ci condurrà verso un altro testo poetico: la differenza, qui il vento è cambiato, la consapevolezza è ormai matura:

Sugnu pirchì vogghiu essiri,
non pozzu non essiri

A conclusione della serata altri brani musicali; riflessioni sulla libertà fisica e di pensierio, sulla cultura spesso troppo repressiva, sulla storia degli immigrati siciliani, e in conclusione, nel segno di Rosa Balistrieri: cu ti lu dissi, il canto popolare più conosciuto che tutta la sala di rappresentanza della Biblioteca comunale di Biancavilla ha… la lalalala lalalala.

Comincia come Rosa
da corda a Cinzia in *lam
per concludersi in *min
accordi accordati prima,
lei, viva, passa dal cuore.

A Cinzia Sciuto, Gisella Torrisi.

Gisella Torrisi

Sangiorgio Gaultieri, il video-intervento di Angela Anzalone: “Sindaco impugni l’atto”
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in Adrano/Battaglie/Iniziative/News/Politica/symmachia/Video di

“E’ in atto un tentativo di mercificazione della Casa dei bambini “Sangiorgio Gualtieri” di Adrano. Non si può rimanere indifferenti e chi amministra la città ha il dovere morale di sapere cosa accade nella città, piuttosto che fare finta di nulla. E’ una scena che abbiamo visto già nel 2011, quando nell’indifferenza delle Istituzioni e dei partiti politici, Symmachia denunciava il declino di una struttura che ha accolto migliaia di bambini e di ragazzi di Adrano, grazie all’impegno profuso in 50 anni dalle Suore”.

E’ l’intervento di Angela Anzalone, presidente dell’Associazione Culturale Symmachia che chiede un intervento immediato del sindaco Pippo Ferrante per scongiurare la violazione dei fini testamenti dei fondatori Sangiorgio Gualtieri e la gestione privata e imprenditoriale della struttura.

“Noi volevamo realizzare una “Casa Famiglia” – dice Angela Anzalone che ricorda la sua breve esperienza in Amministrazione comunale – ciò avrebbe consentito un utilizzo pubblico della struttura e avremmo abbattuto i costi che tutt’ora il Comune sostiene per pagare le rette dei minori presso altri Enti, fuori Adrano”.

Ma la prof.ssa Anzalone ricorda anche alcuni aneddoti.

“Noi con i giovani animatori della Sangiorgio Gualtieri abbiamo raccolto migliaia di firme, abbiamo incontrato anche l’arcivescovo Gristina e si era individuato un ordine religioso per poter far tornare le suore. Da vicesindaco – sottolinea la prof.ssa Anzalone – mentre mi recavo a Palermo, all’Assessorato regionale per la Famiglia, per costituire la “Casa Famiglia”, mi veniva detto che il Sindaco pensava a trasferire il Commissariato di Polizia proprio alla Sangiorgio Gualtieri. Per non parlare di quando si è diffusa la notizia, mai smentita, della realizzazione di una beauty farm con piscina. Nell’indifferenza di tutti, compresi coloro che, soltanto oggi, si riempiono la bocca di “Sangiorgio Gualtieri”, si è consumato il declino di un grande presidio formativo e di educazione cattolica”.

Da qui l’appello della presidente Anzalone.

“Vogliamo che il Sindaco batta un colpo e si preoccupi della comunità. Chiediamo che possa impugnare l’atto e restituire una struttura che appartiene agli adraniti, scongiurando che si possa risparmiare una indecente e nauseante strumentalizzazione persino dei bambini che soffrono”.

Addio a Luigia Ferro, poetessa di 25 anni

in Gisella Torrisi/News/Notizie dal territorio di

Ieri, 25 aprile 2016, si è suicidata la poetessa gelese Luigia Ferro di venticinque anni. E’ stata trovata morta, per voluta impiccagione, in una villetta zona balneare che confina con Butera, a Desusino. Il 19 giugno avrebbe compiuto 26 anni. L’artista era una studentessa universitaria, appassionata di letteratura, filosofia, astrologia e storia dell’esoterismo. Domani si svolgeranno i funerali  presso la chiesa del Carmelo, a Gela, ore 15:00. Non ci sono altre notizie. Ne diamo il doloroso annuncio, gli amici poeti, che la ricorderanno sempre per la sua innata intelligenza, eleganza, bellezza e luminosità. La sua anima vivrà in eterno in ogni suo verso ed in qualsiasi angolo del nostro sognare. Condividiamo, in sua memoria, una delle sue più belle poesie:

 

QUADRATO NUMERO 38

Con il guanto liscio e inossidabile
della mano tua forte e materna
ti ho visto crearmi.

Di parole in preghiera
la favola serale dei baci
mi hai lasciato fame del tuo seno.

Nel corpo mio: ormai di donna
fetale al fianco tuo
cullato dagli Ave, trovo la pace.

Gli occhi ridenti, luminati di sacro dolore
m’accendano, al pensarli,
di orgoglio adorante.

Poco importa se il tuo tramonto
non lo misuro in passi,
la mente inganna: già mi manchi.

La grazia dell’omonima
stendardo al mio incedere
non sono degna ma benedetta.

Luigia Ferro

 

Gisella Torrisi

 

 

CONCORSO VIDEO-FOTOGRAFICO PASQUA BIANCAVILLA: ECCO BANDO DI PARTECIPAZIONE

in Concorsi e mostre fotografiche Pasqua/Cultura/Iniziative/News/Notizie dal territorio/symmachia di

 

“Pasqua tra la gente dell’Etna” è il titolo dei due concorsi fotografico e video sulla Pasqua di Biancavilla, edizione 2016, in cui bisogna cogliere l’elemento umano-devozionale dei momenti clou – a scelta del partecipante – tra la processione dell’Addolorata (Venerdì Santo, mattina), I Misteri (Venerdì Santo, sera), A Paci (Domenica di Pasqua, mattina).

La partecipazione è gratuita e non è richiesta alcuna preventiva richiesta di partecipazione.

Per il CONCORSO FOTOGRAFICO: gli appassionati di fotografia dovranno realizzare 5 foto inedite, stamparle in un formato economico a scelta del partecipante (almeno 13×18 e non oltre 20×30) e consegnarle, in busta sigillata, senza firme, alla Biblioteca comunale di Villa delle Favare, entro venerdì 8 aprile 2016.

Premi. 1° classificato: 300 euro; 2° classificato 200 euro; 3° classificato: 100 euro. “Premio originalità”: 100 euro a cura del LEO Club A.B.B.

Per il CONCORSO VIDEO: i videomaker-filmmaker-appassionati video dovranno realizzare, a scelta del partecipante, uno spot o un racconto per immagini o un cortometraggio sulle tradizioni della Pasqua di Biancavilla. Sarà possibile avvalersi di esperti. Verrà decretato lo “spot ufficiale della Settimana Santa”.

Premi. Sezione “Amatori”: 300 euro. Sezione “Scuole”: 300 euro. A questi premi, si aggiungerà il “Pemio originalità”: 100 euro a cura dell’Arciconfraternita del Rosario.

A tutti verranno conferiti Attestati di partecipazione.

Consulta i bandi (clicca i link)

 Concorso Fotografico Pasqua 2016

Concorso Video Pasqua 2016

Concorso video-fotografico Pasqua 2016

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