Chi demolisce la cristianità, demolisce l’Europa

in Ludovico Vitale di
Appunti sulla libertà di stampa e sul ‘diritto di satira’. Ecco perché Nuzzi e Charlie non aiutano la lotta al terrorismo.

Teoreti teocon grideranno Allelujah alla lettura del titolo di quest’articolo ma si sbagliano di grosso. L’Europa non è sol figlia della cristianità, ma anche del paganesimo, dell’ellenismo, dell’illuminismo e così via. Non è un problema di “tradizione”. Anzi, semmai, è un problema che riguarda il futuro. Quale Europa lasceremo ai nostri figli? L’Europa della libertà, e del concetto cristiano di libertà (“date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”)? O

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La Torre di Babele

L’Europa dell’anarchia e del nichilismo?

Per intenderci: tutto ruota attorno al concetto di libertà. Se intesa in un’accezione sfrenata, incapace di tutelarne gli obbiettivi perseguiti dalla stessa si raggiungerà l’anarchia, il caos. Che, per definizione, non rende liberi ma prigionieri. Se intesa in un’accezione cristiana (la fede va testimoniata, non imposta) l’agere umano necessiterà di regole che tuteleranno gli obbiettivi perseguiti dalla stessa. Si, avete capito bene: LIBERTA’ = REGOLE. Come faccio a essere libero se non c’è regola che me lo consente, se non c’è tutela alcuna?
Lo stesso concetto va esportato e reso funzionale al tema della libertà di stampa. Si ricaverà così una risposta al quesito posto all’inizio. Quale Europa lasceremo ai nostri figli?
Il concetto di libertà di stampa non può essere trattato senza tener conto del diritto, perché non può trovare applicazione se non nella sua dimensione giuridica. Va da se che il solo articolo 21 della Costituzione della Repubblica non è bastevole a indicarne la disciplina, ragion per cui va citata la giurisprudenza nomofilattica.
Secondo la Cassazione il diritto di stampa è legittimamente esercitato se concorrono le seguenti condizioni: l’utilità sociale dell’informazione, la verità dei fatti esposti e la forma civile dell’esposizione. Il diritto di satira, invece (a parte qualche minoritaria ma non argomentata posizione dottrinale) non esiste nel diritto vivente, nel senso che non può essere invocata questa figura, come una figura autonoma, per la ragione che non v’è citata in nessun testo normativo. Vanno perciò applicate alla satira le medesime regole previste per la “stampa”, rivolgendo però non al deliberato e palese messaggio distorsivo della realtà ma alla comunicazione reale che essa vuol trasmettere. Concluse le precisazioni occorre tornare al tema di fondo: il futuro dell’Europa. Già, perché non si può sbandierare la lotta al terrorismo islamico se non ci si comporta di conseguenza. Invocare la libertà vuol dire praticarla. Chi la sconfessa aiuta coloro che vogliono demolirla. Non è un problema che riguarda, dunque, il merito dei messaggi che anticlericali e cristianofobi vari intendono trasmettere. E’ invece un problema che attiene all’esercizio del proprio ruolo, che, purtroppo, in alcuni casi non è in linea con un futuro di libertà.
Date dunque a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.