Questa sera il presidente Giorgio Napolitano, nel consueto messaggio agli italiani, a reti unificate, confermerà l'intenzione di lasciare la presidenza della Repubblica entro metà gennaio.
A poche ore dal 2015, Ludovico Vitale della redazione di Symmachia.it ha elaborato anche per noi un toto-nomi per la "successione" al Quirinale, un pò come accade in molte redazioni giornalistiche.
Il collateralismo tra testate giornalistiche nazionali e l’elezione del Capo di Stato è oramai ben noto all’opinione pubblica. Sia perchè certi giornalisti tentano di indovinare il nome del successore, sia perchè dietro ai più grossi quotidiani nazionali ci stanno quei grossi imprenditori e gruppi di potere che condizionano i partiti (finanziandoli) ed il loro indirizzo politico. Prima di fare i nomi occorre dunque provare a distinguere 4 aree, quelle attualmente presenti in parlamento e quelle più rappresentative dei gruppi di potere giornalistici e non.
Se da un lato abbiamo il MoVimento 5 Stelle supportato da “Il Fatto Quotidiano”, dall’altro avremo il PD coadiuvato da Repubblica e Debenedetti, passando per Il Giornale, Libero e Il Foglio, quotidiani espressione del mondo vicino a Forza Italia per finire con i quotidiani figli di Confinfustria (Il Corriere, La Stampa, Il Mattino, Il Messaggero) dietro cui si celano i Caltagirone, gli Agnelli e tutta quell’imprenditoria dei salotti buoni che sostiene le forze parlamentari eredi della vecchia DC.
Procrdiamo con ordine. Ogni gruppo di potere ha il suo candidato ideale. Il gioco sta nel riuscire a individuare il candidato di maggiore gradimento tra di essi.
I candidati del centrosinistra sono Prodi, D’alema, Grasso Chiamparino e Bassanini. Per il primo sono poche le possibilità di vederlo al colle viste le precedenti elezioni. D’alema sarebbe più gradito a Berlusconi (e al Foglio) che non a Renzi. Pietro Grasso attualmente è Presidente del Senato e in passato è stato Procuratore nazionale Antimafia. Gradito a Repubblica, ai democristiani e malgrado un passato da magistrato anche ai quotidiani “berlusconiani”. Chiamparino potrebbe essere la sorpesa dell’ultima ora, in quanto gradito amministratore locale e un profilo non odiato da nessuno. Bassanini (a cui si deve molto quanto a liberalizzazioni) attualmente è il presidente della cassa depositi e prestiti. È un profilo veramente elevato per immaginarlo al Quirinale, ma chissà.
I candidati “berlusconiani”, liberali o craxiani che siano hanno poche possibilità di salire, visti i numeri in Parlamento. Essi sono Gianni Letta (sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri), Giuliano Amato (già due volte presidente del consiglio), Carlo Scognamiglio (ex ministro della difesa e Presidente del Senato) e Marcello Pera (filosofo, anch’egli fu Presidente del Senato).
I candidati “democristiani” invece si dividono tra profili istituzionali e profili internazionali. Spicca su tutti Sabino Cassese, ministro della funzione pubblica con Ciampi e poi presidente della Corte Costituzionale. È il nome più gradito (assieme ad Amato) di Napolitano. Mario Draghi (presidente della Banca Centrale Europea) sarebbe un profilo ideale, in quanto conosciutissimo a livello internazionale, preparatissimo in economia e si trova aldilà delle parti. Sarebbe un antitodo al vociferato commissariamento ma significa lasciare ad altri una poltrona importante per l’Italia e di prestigio per il “candidato”. Pier Carlo Padoan è l’attuale ministro dell’Economia, conosciuto e stimato a livello internazionale, ma non v’è certezza che il parlamento in seduta comune voti un uomo estraneo alla politica. Infine un nome che farebbe piacere a molti, quello di Piero Angela, giornalista, divulgatore scientifico ed economista. Un profilo alto e di gradimento nell’opinione pubblica ma slegato da tutti i gruppi di potere e forse per questo poco immaginabile al Colle.
Tra i candidati graditi al Movimento 5 Stelle e al Fatto Quotidiano i nomi che possono raccogliere più consensi in Parlamento sono quelli dei giuristi Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelski.
Una nota, infine, per i candidati “donna”. L’evergreen Emma Bonino, raccoglierebbe consensi trasversalmente, è stata commissario europeo e quindi ha un ottimo curriculum internazionale. Se ne parla sempre ma non si realizza mai, chissà. Poche chance invece per la giurista Marta Cartabia.
Con la speranza che non sia la redazione di Symmachia a bruciare i nomi fatti fin d’ora, vi assicuriamo che il prossimo inquilino del quirinale NON sarà nessuna di queste persone.
Ludovico Vitale