I salesiani festeggiano don Bosco, ma ad Adrano brucia ancora la perdita delle suore

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Il portone della Casa dei bambini “Sangiorgio Gualtieri” rimarrà chiuso, anche quest’anno. Non si sentiranno i canti degli animatori, non si vedranno scorrazzare i tanti ragazzi sui pattini, con le loro magliette colorate. Anche quest’anno non ci saranno quelle energiche donne in abito grigio, con la croce al petto e il velo in testa, che, per oltre mezzo secolo, hanno rappresentato un solido punto di riferimento per la formazione e la crescita di tante generazioni di Adraniti.

Di tutto ciò, purtroppo, rimane un ricordo che, nonostante l’avanzare del tempo, rimane scalfito nel cuore di molti. E non solo per la presenza religiosa garantita dalle Figlie di Maria Ausiliatrice, ma anche per il presidio di solidarietà e di legalità in una città martoriata dal dilagante disagio giovanile, da episodi di criminalità diffusa che, come riportano i fatti di cronaca, quasi quotidianamente, trova facile manovalanza soprattutto fra i ragazzi. Probabilmente, Adrano non è messa peggio di tante altre realtà difficili siciliane, ma la perdita di un così importante luogo di aggregazione, di socializzazione, di crescita rappresenta un duro, durissimo colpo, specialmente in un periodo così difficile come quello che stiamo vivendo.

Per Adrano ed in particolare per il popoloso quartiere Monterosso, la “mission” delle Suore andava oltre la semplice presenza nel territorio di una congregazione cristiana, significava qualcosa di più. Rappresentava una determinata controrisposta allo sfilacciamento del tessuto sociale: all’Istituto si pregava, si insegnava ad essere “buoni cristiani ed onesti cittadini”, ma si forniva anche un valido supporto alle famiglie per la formazione dei loro figli. Ciò avveniva attraverso l’insegnamento di discipline, delle attività di doposcuola gratuito. Oppure attraverso lo sport: la pista di pattinaggio fu voluta proprio dalle Suore, così come sono state proprio le Suore a chiedere la realizzazione di ulteriori strutture sportive. O ancora con gli appuntamenti settimanali per la conoscenza della musica, dell’arte, della creatività e – perché no – anche di semplici lavoretti di ricamo. Tutto, poi, si concludeva in estate, con il Grest che contava centinaia di ragazzini, una “stazione di servizio” dove rinfrancarsi per poi riprendere a settembre. Coloro che hanno avuto la fortuna di vivere questi momenti – come chi vi scrive – hanno avuto modo di sperimentare l’amore per il prossimo, l’impegno genuino e volontario per gli altri.

A trasmetterlo non erano soltanto le Suore, ma anche le decine di ragazze e di ragazzi, di madri e padri di famiglia che dedicavano parte del loro tempo libero all’interno della struttura salesiana, con spirito di altruismo e di servizio.

Era questo ciò che Marietta Sidoti e Giovanni Sangiorgio Gualtieri pensavano di realizzare nei terreni di loro proprietà. E lo hanno scritto, in punto di morte, nel loro testamento che l’Associazione Culturale Symmachia ha voluto far conoscere a tutta la città nel 2011.

Chi vi scrive ricorda perfettamente come Symmachia è riuscita a procurarsi, a proprie spese, quel prezioso documento: si era già diffusa la notizia della partenza delle Suore con versioni contrastanti e, in una calda mattina d’estate, con la presidente di Symmachia Angela Anzalone, il prof. Antonio Cacioppo e la prof.ssa Nella Anzalone ci siamo recati presso l’Archivio Notarile di Catania. Dopo un’attenta ricerca tra le carte, è venuto fuori il testamento dei Sangiorgio Gualtieri, in cui, tra le altre cose, viene scritto:

Istituisco e nomino erede universale di tutti i miei beni il Comune di Adrano, all’unico scopo e con l’obbligo categorico d’istituire in Adrano la “Casa dei bambini Sangiorgio Gualtieri”.
Voglio che il mio patrimonio immobiliare resti perpetuamente inalienabile: dovendosi il solo reddito dedicare al mantenimento della Casa. Ripeto: faccio espresso e categorico divieto al mio erede d’alienare, per qualsiasi ragione, anche un solo metro quadrato delle mie proprietà.
Voglio che l’educazione e l’istruzione di tutti i bambini venga affidata ai Salesiani di Sicilia.
La porta della Casa dovrà essere sempre aperta a tutti i bambini poveri ed abbandonati, primi fra tutti quelli del mio amato paese di Adrano.

Un vero e proprio atto d’amore nei confronti degli Adraniti che, però, non sembra essere stato rispettato a pieno. Al di là della fisiologica carenza di vocazioni, che tocca un pò tutti gli ordini religiosi, non possono essere negati oggettivi contrasti con la Fondazione Sangiorgio Gualtieri. Emblematica fu un debito che le Suore avevano con l’Ato “Simeto Ambiente” di svariate migliaia di euro. Una matassa che, incredibilmente, non si riuscì a sbrogliare. Non si seppe mediare, trovare un punto di incontro, ricercare una soluzione.

La città si mobilitò, Symmachia e gli Animatori fecero pure una raccolta firme (oltre 2500 cittadini firmarono) che venne consegnata nelle mani dell’arcivescovo di Catania mons. Salvatore Gristina, in occasione di un incontro privato che fu concesso ad una delegazione di Symmachia e degli Animatori. Ma non è bastato.

Ad oggi, tutto rimane fermo, spaventosamente fermo. La Casa è stata devastata da balordi. Così, mentre la famiglia salesiana si appresta, domani, a ricordare don Bosco, ad Adrano si avvertirà con maggiore dolore la mancanza delle suore.

Nel cuore, però, bisogna conservare la speranza. La felice ricorrenza del bicentenario della nascita del padre, amico ed educatore della gioventù possa essere l’occasione utile per riaprire le porte della Casa, attraverso una nuova e responsabile collaborazione tra la Fondazione “Sangiorgio Gualtieri” e le Figlie di Maria Ausiliatrice che, a loro volta, troveranno la certa ed immediata cooperazione degli Animatori.

Solo così si renderà giustizia alle volontà testamentarie dei benefattori per il loro “amato paese di Adrano”.

Video di Symmachia. Appello per la presenza delle Suore ad Adrano