Parlare di Carmelo Mazzaglia al passato è difficile. Il suo grande cuore fragile non si è fermato, continua a battere, a pulsare vitalità in chi ha avuto la fortuna di incontrarlo, di ascoltarlo, di leggere le sue riflessioni: innamorato della vita, travolgente carica di entusiasmo, tenace guerriero di una battaglia culturale per l’integrazione e per il rispetto di chi vive la disabilità, oltre l’indifferenza, al di là di ogni barriera.
Carmelo vive, continua a vivere attraverso la sua grande eredità del coraggio, della semplicità, della normalità che, forse inconsapevolmente, lascia a ciascuno di noi.
Si è fatto testimone della bellezza del “dono più grande” che è la vita, pienamente vissuta, fino all’ultimo, accompagnato dalla malattia, la distrofia muscolare Duchenne, che l’ha messo a dura prova sin dall’età di 5 anni, senza mai sconfiggerlo.
Nella chiesa dell’Idria, pomeriggio, in tanti hanno voluto salutarlo per l’ultima volta, hanno voluto ringraziarlo, perché Carmelo, a soli 26 anni, è riuscito a conquistare grandi e piccoli, a riaccendere speranza e dare una spinta. Sì, quella spinta di cui proprio lui aveva bisogno, più di tutti, per la sua carrozzina con cui ha girato, in lungo e in largo, per raggiungere più persone possibili: gli studenti delle scuole, coinvolti nella brillante intuizione dei “No limits games”, giochi di squadra accessibili a tutti; i componenti di diverse associazioni culturali del territorio: qualche anno fa, a Palazzo Bianchi, ad Adrano, è riuscito ad emozionare donne e uomini della terza età. Noi lo ascoltavamo incantati dalla sua serenità, dal suo sorriso disarmante; i ragazzi degli oratori dell’Annunziata, della chiesa Madre, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, del Rosario di Adrano: come ha ricordato padre Nino La Manna, proprio nella scorsa Pasqua, Carmelo ha scritto alcuni pensieri e ha letto i testi della Via Crucis. Fino al giorno prima di concludere il suo viaggio terreno, avrebbe dovuto incontrare i ragazzi dell’Acr dell’Annunziata, ma l’incontro è stato rinviato il fonte vento: faremo un’altra volta, aveva assicurato.
Impossibile trascurare il suo impegno sociale e politico, nella sua accezione più nobile: ha fondato un’associazione, “CittAccessibile”, che continuerà a vivere nel suo ricordo, ha collaborato con diverse testate giornalistiche, ha pubblicato due libri, ha incalzato il Sindaco di Biancavilla, con diverse proposte per rimuovere le barriere architettoniche, per migliorare la partecipazione dei disabili durante le festività patronali, per creare parchi gioco accessibili ai disabili, per dotare le scuole dei defibrillatori. Molte di queste idee sono state già realizzate.
C’è da dire che Carmelo ha potuto raggiungere tutti grazie anche ad una figura discreta, silenziosa ma determinante: la sua famiglia. Genitori meravigliosi che non si sono mai persi d’animo: il papà si è sempre messo al servizio del figlio, accompagnandolo con un pulmino idoneo in ogni suo spostamento, senza mai farlo pesare, né dall’uno né dall’altra parte. “Vorrei essere un figlio normale, come tutti gli altri. Senza creare problemi alla mia famiglia e senza che loro debbano vergognarsi di me”, spiegava Carmelo durante le sue presentazioni.
Con quella stessa discrezione, in punta di piedi, Carmelo se ne è andato, per raggiungere il Dio a cui si è sempre affidato, in cui ha confidato, di cui si è fatto testimone autentico.
E’ racchiuso in questo mistero il segreto della forza di Carmelo: guardare davvero alla vita per sperimentare la felicità, quella vera.
Pubblichiamo una poesia, diffusa pomeriggio dai volontari dell’Associazione CittAccessibile, dedicata a Carmelo: è lui stesso a sottolineare di aver trovato questo testo sul cuscino del suo letto, in Ospedale, senza aver conosciuto l’autore.
Il segreto della felicità, a Carmelo…
La gente si lamenta che la Felicità è lontana.
Si lamenta dicendo che Persone Speciali e Magiche sono poche.
Si lamenta dicendo che Persone belle non ce ne sono tante.
Si lamenta perché cerca le belle cose e vuole tutto
nell’inutile apparente.
Si lamenta dicendo che non succede mai nulla di veramente bello.
Molte volte in giro incontriamo Persone che per la gente son nessuno,
nessuno perché per loro sono Disabili e nulla più.
Ma la gente se lo chiede mai se la Felicità esiste in quel nessuno?
Forse qualcuno sì, ma la maggior parte non crede che AMore e
Amicizia e Bellezza possano esserci nella Disabilità.
La maggior parte della gente non se lo chiede e non si da risposta.
Io che son piccolo mi chiedo e mi do una risposta a questa domanda.
Perché la maggior parte della gente non apre gli Occhi alla Felicità?
Perché si aggrappa al pregiudizio.
Il segreto della Felicità è guardare davvero.
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