Oltre 4000 euro al giorno per rifiuti e pulizia del padiglione Sicilia all’Expo di Milano

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Volete dare l’opportunità alle aziende e alle imprese agroalimentari siciliane di partecipare all’Expo di Milano? Bene, intanto sborsate un contributo in rapporto alla popolazione del vostro Comune e poi, se siete un Consorzio di Comuni o un Gal, preparatevi a sborsare oltre 4 mila euro al giorno per la pulizia del padiglione e per la raccolta dei rifiuti.

Questa, in estrema sintesi, una delle proposte (indecenti) propinate dalla Regione Siciliana ai Comuni o ai Consorzi e Gal o Gac, Enti che si occupano della promozione delle eccellenze del territorio, oltre che delle tradizioni, del paesaggio e delle possibilità turistiche dei territori.

In Sicilia, non appena si pronuncia la parola “rifiuti” viene da rabbrividire: oltre 4 mila euro al giorno da decurtare al sostanzioso budget messo in campo per offrire un’occasione che, almeno teoricamente, potrebbe essere interessante per quanti lavorano nel settore alimentare. Per non parlare del contributo chiesto ai Comuni, senza aver chiare le finalità di tale intervento economico, questa volta tutto a carico dei cittadini-contribuenti. Quale reale opportunità avrebbe una realtà come Adrano o Biancavilla dall’esborso di una somma di denaro per l’Expo? Quali benefici? Quali interventi migliorativi? Non è dato sapere. Però, in compenso, è possibile provare il gusto di vedere campeggiare in qualche cartellone il logo dello Stemma del proprio Comune. Una grande emozione!

Del resto, le stesse finalità di Expo non sono molto chiare. Non è riuscita a spiegarle neppure il ministro allo Sviluppo Economico Federica Guidi intervistata, proprio nel giorno dell’inaugurazione, lo scorso 1 maggio, dalla giornalista Mirta Merlino durante il programma “L’aria che tira” di La7.

E l’aria è davvero pesante, soprattutto per la nostra Sicilia, al di là delle spese per l’intera realizzazione e delle proposte-ultimatum per gli Enti e i Consorzi che esporranno nelle prossime settimane, nel bel mezzo dell’estate.

Nel frattempo, si è già materializzata una nuova strabiliante impresa per il fallimentare Governo regionale di Rosario Crocetta. Alla numerosa rassegna di magre figure e plateali insuccessi si aggiunge una nuova chicca che ha superato lo Stretto e ha raggiunto il cuore della capitale economica e industriale italiana. Questa volta, però, si sono superati e la figuraccia in salsa siciliana è finita in mondo visione, sotto gli sguardi misti tra curiosità e incredulità di quei fortunati visitatori dell’Expo.

Il padiglione Sicilia ricalca un pò la posizione strategica dell’Isola nel mare Mediterraneo, non a caso è stato dato il nome di “cluster Bio-Mediterraneo”, vista la collegiale partecipazione di Albania, Egitto, Algeria, Grecia, Libano, Serbia, Tunisia. Il delicato ruolo di coordinamento è stato affidato proprio alla Regione Siciliana che, a sua volta, ha indicato il commissario unico nella persona del dirigente regionale ed ex assessore del Governo Crocetta Dario Cartebellotta, per il tramite dell’Assessorato regionale all’Agricoltura, in quel momento retto da Ezechia Reale, poi sostituito da Nino Caleca.

E proprio Cartabellotta – come viene immortalato nella foto di copertina – è stato costretto a prendere in mano scopa e paletta nel disperato tentativo di ripulire il padiglione Sicilia negli stessi istanti in cui si procedeva al tanto atteso taglio del nastro inaugurale, con l’Inno di Mameli in sottofondo in versione renziana.

Il padiglione Sicilia si presentava sporco e allagato, senza nessuna interessante iniziativa che potesse, sia pure lontanamente, coinvolgere il mezzo milione di visitatori dell’Esposizione milanese.

Dunque, una nuova vergognosa vicenda alla collezione del governatore Crocetta che ha poi minacciato di ritirare l’adesione della Sicilia alla stessa manifestazione internazionale, dopo i fior di quattrini stanziati e le infinite riunioni fiume realizzate.

Nell’assoluta incapacità politico-amministrativa di Crocetta e della sua squadra si potrebbero, rapidamente, ricordare: l’indecente paralisi legata al triste problema dei rifiuti in buona parte dei Comuni della Sicilia: dopo il tanto sbandierato scioglimento dell’Ato (che, per la cronaca, rimane vivo e vegeto senza che siano chiare le funzioni e le finalità) e la nascita delle Srr nulla è cambiato; la annunciata riforma per l’abolizione delle Province (utili semplicemente alla puntuale nomina di Commissari); la colossale vergogna del “click day” legata al Piano Giovani, miseramente fallito a discapito delle legittime attese suscitate in tanti ragazzi, pronti a fare qualsiasi cosa, pur di mettere da parte qualche euro; l’approssimazione nella vicenda dei precari e dei lavoratori forestali.