Psicosi-meningite, parla l’esperto: “nessuna epidemia, casi in diminuzione”

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“Non c’è alcuna emergenza sanitaria sulla meningite e nessun problema di approvvigionamento dei vaccini. A parlare a Symmachia è il dottor Agatino Bruno, dirigente medico dell’U.O. “Igiene e Prevenzione” del distretto sanitario di Adrano. “Siamo in presenza di un’ingiustificata psicosi, non c’è alcun allarme. – spiega il dottor Bruno – I casi di meningite sono in linea coi numeri degli ultimi anni”.

Intanto, da diversi giorni, anche tra Adrano e Biancavilla, si assiste ad una vera e propria corsa ai vaccini. “Dalla fine di novembre, l’affluenza in ambulatorio si è triplicata – ci spiega il dottor Bruno – con questo allarmismo, tutti vogliono vaccinarsi, creando code. Il paradosso sono gli anziani che, pur non rientrando nella fascia a rischio, sono disposti a pagare il ticket per fare il vaccino. Prima, superata l’età limite, nessuno era interessato a farlo. Noi, negli ambulatori di vaccinazione privilegiamo le fasce d’età a rischio: se ci sono 10 vaccini, diamo priorità ai bambini. Gli ambulatori erano preparati ad una certa affluenza, ma con questi numeri è ovvio che i vaccini finiscono. Nel giro di qualche giorno, in settimana, i vaccini torneranno disponibili ad Adrano: 3000 dosi di vaccino sono disponibili nei centri per le vaccinazioni dell’ASP di Catania”, assicura il dottor Bruno.

Ma cos’è la meningite? Prima di tornare a quanto ci ha raccontato il medico del distretto di Adrano, proviamo a fare chiarezza.

La meningite è una grave malattia del sistema nervoso centrale, dovuta all’infiammazione delle meningi, le membrane protettive che rivestono l’encefalo e il midollo spinale. Tali infiammazioni si ripercuotono sul cervello con conseguenze-limite, come la morte, oppure possono essere causa di sordità, paralisi motorie, ritardo mentale, epilessia. L’eziologia è generalmente di tipo batterico e virale, solo occasionalmente di natura neoplastica, autoimmune, dovuta a lesioni fisiche o per il consumo di farmaci (iatrogena).

La forma batterica è la più pericolosa, gli agenti eziologici sono la Neisseria meningitidis (il più temuto); lo Streptococcus pneumoniae (agente della polmonite invasiva); l’Haemophilus influenzae; ma anche il bacillo della tubercolosi, stafilococchi, streptococchi e batteri coliformi che non danno origine alla malattia nella sua forma invasiva.

La gravità di una meningite è molto variabile: da forme asintomatiche o subcliniche, ad episodi fulminanti, che mettono a rischio immediatamente la vita e si configurano come emergenze mediche.

I sintomi principali della meningite sono febbre, nausea, vomito e irritazione delle membrane meningee che il paziente avverte come una forma di rigidezza dei muscoli nucali. Tipici segni collaterali sono anche la diminuzione dello stato di coscienza, con senso di torpore, battito cardiaco rallentato ed episodi convulsivi.

La diagnosi di meningite consiste nell’analisi del liquido cefalorachidiano, il fluido racchiuso tra le meningi e il sistema nervoso centrale, che può essere prelevato con l’esecuzione di una puntura lombare e l’inserimento di un ago nel canale vertebrale. La meningite virale viene trattata con farmaci sintomatici, antidolorifici e anti emetici (contro il vomito). La meningite batterica prevede il trattamento con Penicillina. per i pazienti impossibilitati ad assumerla, può essere utilizzata una cefalosporina ad ampio spettro o il cloramfenicolo.

 

Torniamo all’intervista al dottor Bruno.

Siamo di fronte ad un’epidemia reale o ad una mera influenza mediatica?

Nel 2016 – spiega il medico del distretto di Adrano – sono stati segnalati 178 casi di meningite da meningococco, con un’incidenza in lieve aumento rispetto al triennio 2012-2014, ma in diminuzione rispetto al 2015. Anche i casi di meningite dovuti ad altri germi sono in discreta diminuzione rispetto al biennio passato. C’è un’esagerazione mediatica che ha dato via alla “corsa al vaccino”. L’allarmismo si è creato per una serie di coincidenze: i casi di meningite, nell’anno appena passato, si sono concentrati in un tempo ristretto e hanno riguardato nello specifico la Toscana.

Quali sono i vaccini a disposizione contro la meningite e, esattamente, quali sono gratuiti in Sicilia?

Esistono tre tipi di vaccino. In Sicilia, la vaccinazione per il meningococco prevede un protocollo gratuito. Il vaccino contro i meningococchi A C W-135 Y  (tetravalente) dai 12 ai 30 anni, dal compimento del 31° anno di età, si paga un ticket di 46€; il vaccino contro il meningococco C fra i 13 e i 15 mesi di vita; il vaccino contro il meningococco B fino ai 2 anni, si fanno tre dosi più una (per i bambini nati dal 1° gennaio 2015): la prima al 4° mese; la seconda a 2 mesi dalla prima; la terza tra 7° e 8° mese e richiamo fra 13° e 15° mese di vita, ma differito dal vaccino per il sierogruppo C.

Le fasce d’età più a rischio sembrano essere i più giovani.

Sì, i vaccini sono sempre consigliati per i bambini nel primo anno di età e per i più giovani. Gli adolescenti che, ad un anno, sono stati vaccinati faranno il richiamo per il sierogruppo C a dieci anni di distanza dal primo vaccino. Oppure, faranno il vaccino tetravalente. I giovani frequentano posti affollati: discoteche, pub. La trasmissione avviene come per l’influenza, con i baci, con colpi di tosse, attraverso le goccioline di saliva. I soggetti più esposti sono loro.

E chi non è mai stato vaccinato?

Il bambino che non ha fatto il vaccino, nei primi due anni di vita, può in qualsiasi momento sottoporsi a vaccinazione. Molte volte capita che bambini, secondo calendario vaccinale, dovrebbero presentarsi in un determinato mese, e per disattenzione da parte dei genitori o del pediatra vengano in ambulatorio mesi dopo l’appuntamento fissato. Il vaccino lo facciamo, e invitiamo gli assistiti ad essere più puntuali.

Per gli adulti che nell’infanzia non sono stati vaccinati, la vaccinazione dipende tanto dall’età. A 80 anni non ha più senso sottoporsi a vaccinazione. Invece, per un giovane, che rientra nella fascia a rischio, è sempre consigliato farlo, perché più esposti a fattori di contagio.

Lei vanta un’esperienza trentennale sul fronte dei vaccini: si riscontra una variazione del numero di vaccinazioni negli ultimi anni?

In questi anni, c’è stato un calo di vaccinazioni, dal 94 % al di sotto dell’89%, dovuto a vari motivi: dai pediatri e dai medici generici che praticano l’omeopatia, a chi sconsiglia di fare il vaccino.

Ritengo che i medici generici convenzionati con il Sistema Sanitario Nazionale per la medicina ufficiale non possano praticare medicine alternative non ufficiali. Una controindicazione per il vaccino potrebbe essere la febbre, ma in ambulatorio una simile concomitanza. Dato questo calo di vaccinazioni, sono a favore dei provvedimenti presi dal ministro Lorenzin: dal 2017, per iscriversi all’asilo e alla scuola elementare sarà necessario presentare il certificato di vaccinazione.