Svanito il sogno di non morire democristiani. Ma poteva finire peggio

in Antonio Cacioppo di

Il sogno di qualcuno di non morire democristiani svanisce con l’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica.

Su questo avvenimento si sprecano e si sprecheranno innumerevoli commenti, ma una cosa appare certa: l’inadeguatezza dei politici di oggi e l’assoluto bisogno di attingere dal passato politici degni di questo nome.

Oggi la classe dirigente è selezionata da poteri esterni alla politica o nel migliore dei casi nei Talk-show, mentre i politici della prima repubblica crescevano nelle giovanili dei partiti.

Ma entriamo nel merito della questione, bisogna essere onesti, anche i più grandi detrattori di Matteo Renzi devono ammettere che il premier esce da trionfatore in questa vicenda. In un sol colpo Renzi sbaraglia tutti i tavoli e manda a gambe in aria avversari e alleati.

Vediamo, nel dettaglio, una rapida valutazione da attribuire ai maggiori protagonisti:

Vincitori

Renzi: voto 10

– perché ha fatto eleggere una persona schiva che predilige restare nell’ombra e che non rischierà di oscurare la leader-ship del primo ministro;

perché ha ricompattato il PD. Infatti la minoranza è rimasta spiazzata: impossibile dire di no a un candidato come Mattarella;

perché è riuscito nel miracolo di incassare il sì di Sinistra Ecologia e Libertà di Vendola;

perché ha distrutto Berlusconi, come appare chiaro dalle parole di Fitto che chiede:”l’azzeramento totale nel partito e nei gruppi parlamentari dopo il totale fallimento politico del “Nazareno”.

Sconfitti

Berlusconi: voto 3

– perchè si è fidato di Renzi e confidato nel Patto del Nazareno;

– perchè adesso ha un per di più si ritrova nelle mani un partito in rivolta, con almeno 70 “franchi soccorritori” del Presidente;

Alfano: voto 1

– clamorsa figuraccia del Ministro dell’Interno. Prima il Nuovo Centrodestra, il suo partito e di cui è segretario, si accorda con Forza Italia, poi minaccia di non partecipare al voto, poi quella che sembrava essere la decisione finale: si vota scheda bianca. Infine, giro di valzer – immaginiamo dopo una chiamata di Renzi –  fa votare Mattarella;

Grillo: voto 4

– perchè non ha colto l’occasione per candidare Prodi o Bersani o lo stesso Mattarella. Avrebbe così messo alle corde il lacerato PD. Ma la “malattia del web” ha imposto le “quirinarie” dando il tempo a Renzi di presentare Mattarella. Risultato: ulteriore fuoriuscita di altri 10 parlamentari. Fallimento su tutta la linea.

Cosa accadrà adesso? Nulla.

Il Presidente è una brava persona (non volendo prendere in considerazione le voci su componenti della sua famiglia e i tre milioni di lire in buoni benzina che avrebbe preso dal costruttore Salamone in odore di mafia) e non ha nessun potere per cambiare le sorti di questo sventurato Paese.

Chiusi i giochi di palazzo sullo sfondo si intravede la sagoma dell’Italia maciullata da una economia in frantumi, un paese che ha perso la propria sovranità a favore della BCE, un paese che ha visto il prevalere di forze che hanno cancellato i diritti più importanti impoverendo milioni di cittadini. Bello è stato da parte del Presidente averlo ricordato.

Malgrado la sensazione che Mattarella sembri  un’immagine in bianco e nero rivista in 3D, auguri Presidente, ne ha proprio bisogno.

 

Brevi cenni sul nuovo Presidente

Come già ampiamente riportato nel pezzo biografico curato da Vincenzo Ventura e pubblicato ieri da Symmachia.it (leggi qui l’articolo), si ricordano alcune cenni del neo Capo dello Stato:

Sergio Mattarella classe 1941 è uno dei fondatori del PD,  di estrazione democristiana, della sinistra DC. Più volte deputato, fu uno dei ministri che nel 1990 si dimise per contrastare l’ascesa dell’ex Cavaliere come” padrone”delle TV private. E’ fratello di Piersanti, il presidente della Regione Siciliana ucciso dalla mafia.

Presterà giuramento in Parlamento come dodicesimo Presidente della Repubblica italiana martedì prossimo 3 febbraio.