Una squadra di fenomeni, ci vorrebbe una squadra di fenomeni per fare uscire Adrano dal pantano in cui è sprofondata. Non penso, però, a un catalogo Marvel di supereroi impegnati a cancellare l’immagine irrimediabilmente insudiciata di una città che era il fiore all’occhiello – assieme ad Acireale e Caltagirone – di tutta la provincia di Catania. No, penso ad un manipolo di adraniti di buona volontà che tolga allo scimpanzé la mitragliatrice che ha in mano.
Ora che tutti i nodi sono venuti al pettine, tanto vale fare uno sforzo di umiltà e disegnare uno scenario possibile per il futuro prossimo venturo.
A chi, ogni due per tre, invoca le dimissioni dei responsabili della cosa pubblica, va subito detto che in politica non è stato adottato come strumento di legge l’applausometro con il quale misurare il livello di gradimento e popolarità degli amministratori di una comunità. L’unico rimedio, legalmente riconosciuto, è l’istituto della sfiducia. Solo che ad utilizzarlo non sono, ahimè, cittadini disinteressati ma consiglieri comunali timorosi di abbandonare se stessi al proprio destino, una volta sancita la fermata al capolinea. Ecco perché, tutte le volte che ad Adrano è stato tentato un percorso del genere, esso si è sempre rivelato un fallimento. Ripetere l’esperimento mi pare cosa inutile, scatterebbe anche stavolta la chiamata alle armi di fronte alla quale chi detiene le leve del comando sa come destreggiarsi: rancio raddoppiato per i famelici più perplessi e poltrone tirate a nuovo per gli ingordi. Ci sarebbe, a dire il vero, l’opzione del “passo indietro”: il lancio della spugna per l’evidente difficoltà ad uscire dalle sabbie mobili nelle quali è scivolata una città intera. Chi è stato eletto democraticamente dal popolo, però, ha tutte le ragioni (oppure trova tutte le scuse, fate voi) per andare avanti. Basta tramutare la realtà in impostura e sostenere che tutto va per il verso giusto.
Quando la mala gestio intasa le fogne della pubblica amministrazione, il rimedio ultimo è quello di addossare la colpa agli altri.
Tutta colpa dell’uomo solo al comando che, una volta eletto, dimentica di essere stato scelto come “guardiano del faro” di una comunità e dà fuori di matto atteggiandosi, invece, a “faro” di tutta la città.
Perché il delirio di onnipotenza non sia la cifra dei prossimi chiamati a governare penso a una squadra di fenomeni che sappia dividere al proprio interno compiti e responsabilità e affronti il disperato tentativo di rimettere in piedi questo periclitante condominio chiamato Adrano. Lo so, è una missione difficile se non impossibile. Ma è l’ultima chance offerta a noi adraniti che abbiamo a cuore le sorti di questa città, se non vogliamo che un nuovo scimpanzé imbracci di nuovo il mitra e faccia strage del nostro futuro.